Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Arrigo Cipriani e l’elogio del mondo che non esiste più

La nipote e regista Cerquetti racconta la storia del famoso locale. Cipriani: «Il mondo è cambiato, un tempo c’erano rispetto ed educazione. Venezia è in crisi: mancano gli abitanti»

- Pederiva

Ci sono le immagini filmate in superotto del bancone dove si sedevano con noncuranza gli aristocrat­ici degli anni ‘50 e le fotografie d’archivio del tavolino in cui Ernest Hemingway sedeva nell’angolo del locale e che tutti, all’Harry’s bar di oggi, vorrebbero prenotare («A volte dobbiamo dire che il tavolino è quello anche quando non lo è veramente» sorride sornione Arrigo Cipriani). Ma anche le immagini raccontate dal patron stesso dell’Harry’s dei miliardari sfrontati d’oggi che alzano il braccio e ordinano sfacciatam­ente «tutto il menù grazie» («un giorno è accaduto veramente e mi sono chiesto, con due tavoli come pensava di farci stare tutto» sorride nuovamente). Lui è Arrigo Cipriani, una miniera di aneddoti, quando parla del «suo» Harry’s dove «anche nei giorni bui, una volta entrato, mi passa la malinconia » . E quello che fa, con la naturalezz­a che gli è propria anche davanti alle telecamere è il racconto di una vita di lavoro e relazioni, di capacità di ascoltare il cliente. Quella che racconta è la storia di un locale che coincide con la storia della città. Lo ha scelto proprio per questo, la nipote e regista Carlotta Cerquetti, per il suo Harry’s bar. «Avevo fatto un film documentar­io su una tabaccaia di Genova che allo zio era piaciuto- racconta lei - poi ho pensato che anche la sua sarebbe stata una bella storia da raccontare e anche un modo per raccontare Venezia (nella parte veneziana è stata aiutata da Irene Bignardi ndr)». La scelta, a quanto pare, è stata indovinata, visto che già la settimana dopo la presentazi­one alla 72esima Mostra del cinema il film sarà in television­e ( reti Mediaset). « Dentro l’Harry’s è passato il mondo - dice Cipriani - e posso dire che in questi anni il mondo è cambiato. C’era più attenzione un

tempo, più rispetto, più educazione. Nei primi anni le persone arrivavano solo in smoking o in giacca e cravatta. E io, questo dress code lo usavo anche come scusa. Una volta volevo cacciare un norvegese ubriaco e gli ho detto ”mi spiace signore lei è senza cravatta, dovrebbe uscire”, lui si è tolto un laccio delle scarpe e l’ha messo al collo». L’Harry’s bar è un film, ma soprattutt­o la storia di un luogo e di una città di conseguenz­a. «Il film della mia vita e di un lavoro straordina­rio che sto imparando adesso a fare» ironizza Cipriani che dopo Venezia ha aperto altri 22 Harry’s bar in giro per il mondo con 300 cuochi E poi c’è Venezia, la sua città. «La città vive un momento di crisi, mancano gli abitanti. tutte le città del mondo hanno monumenti e abitanti, noi abbiamo solo le pietre ormai - dice Cipriani- Venezia era una città che viveva per strada, nel rapporto incredibil­e che si instaurava tra le persone. Fermare il turismo col numero chiuso? No, quello no. Ma sarebbe fantastico se la città potesse tornare ad avere 150mila abitanti come un tempo. Sono convinto che così i turisti si comportere­bbero diversamen­te, con più rispetto. Le grandi navi invece non mi sembrano un problema. Fanno più danni i vaporetti. Personalme­nte abito alla Giudecca, ne entrano e escono 20 alla settimana, quasi sicurament­e non fanno nessun danno. I vaporetti invece fanno onde più alte di una nave da crociera che va a 6 km orari».

 ??  ??
 ??  ?? Mito Arrigo Cipriani nella cucina di casa (Pattaro/Vision)
Mito Arrigo Cipriani nella cucina di casa (Pattaro/Vision)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy