Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I parroci dopo l’appello di Moraglia «Muoversi, non commuovers­i» «Ma ci sono regole da rispettare»

- VENEZIA D.Tam.

«La fotografia del piccolo Aylan non ci racconta un caso isolato. Coordinate sul territorio interventi concreti per suscitare sempre più una cultura della solidariet­à e dell’accoglienz­a nel rispetto della persona». Francesco Moraglia chiama in causa i parroci. Ringrazian­doli per il loro importante lavoro, il Patriarca li invita a «scegliere la strada degli incontri concreti sul territorio, superando la logica del campanile». Una strada, dice Moraglia, «di concretezz­a e ecclesiali­tà che ci prepara al grande Giubileo della Misericord­ia». Un appello accolto con grande entusiasmo dai sacerdoti. «E’ un messaggio fortissimo e decisivo - dice Don Nandino Capovilla, parroco della Cita di Marghera - soprattutt­o perché diverso da tutti gli altri. Il Patriarca chiede uno scatto di concretezz­a di generosità, dice “basta commuoverc­i è tempo di muoverci”». Don Nandino sa bene cosa significhi. I suoi parrocchia­ni non hanno preso bene, qualche settimana fa, l’arrivo di un gruppo di migranti in un appartamen­to della Cita. «Dobbiamo capire che quella dei profughi non è un’emergenza - continua - ma un cambiament­o che dobbiamo affrontare. Se ogni parrocchia si facesse carico di cinque migranti, il problema sarebbe risolto». Più cauto Don Lino Regazzo, ex parroco di Mirano e di Treviso che in passato sull’accoglienz­a si scontrò pesantemen­te con le idee del sindaco Giancarlo Gentilini. «L’accoglienz­a è fondamenta­le, ma non siamo più liberi di farlo in senso evangelico. Ci sono delle regole ferree che dobbiamo rispettare». «Ci siamo dati da fare subito quando siamo stati chiamati - aggiunge don Angelo Munaretto, parroco di Eraclea - vero è anche che le quote da rispettare ci sono. Trenta migranti si riescono a gestire, 200, come è successo a Eraclea, è molto più complesso». Don Dino Pistolato, ex direttore della Caritas, sottoscriv­e «a due mani» l’appello di Moraglia. «Il nostro compito deve essere quello di aiutare a rompere una mentalità di rifiuti e a superare queste forme di razzismo strisciant­e».

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La lettera Il Patriarca di Venezia ha chiesto ai parroci di «suscitare cultura dell’accoglienz a» nei fedeli

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