Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ritorno all’asilo con la stangatina: scatta l’ultimo aumento delle rette

Dal 2013 tariffe su del 25 per cento. Ma Venezia è la seconda città meno cara del Veneto

- Monica Zicchiero

L’inizio dell’anno scolastico vedrà anche l’aumento di mensa e trasporti scolastici

VENEZIA Ritorno al nido con stangata: la prossima settimana nei 38 asili comunali per bambini dai 6 mesi fino ai 3 anni la retta media passerà da 209 a 261 euro. Da settembre, infatti, scatta la seconda fase degli aumenti della manovra decisa a luglio 2014 dal commissari­o Vittorio Zappalorto. Ogni famiglia dovrà mettere in conto un esborso del 25% in più rispetto a dicembre 2013, pari all’aumento Istat del costo della vita dal 2002 ad oggi, aumento che le giunte politiche avevano bypassato per garantire la più ampia accessibil­ità ai servizi, da sempre fiore all’occhiello della città. Il commissari­o Zappalorto ha adeguato le tariffe al rincaro della vita, la giunta in carica ha confermato la manovra e da questo mese la retta minima passa da 105 a 131 euro, quella massima da 370 a 462 euro e c’è l’aggiunta di nuove fasce di reddito Isee: per i redditi da 29mila a 40mila euro c’è un range da 362 a 440 euro (prima pagavano 290), da 40mila 80mila euro (retta media 450 euro), oltre gli 80mila si pagheranno 455 euro e per chi non presenta la dichiarazi­one Isee si raggiunge il tetto massimo di 462 euro al mese . Nonostante i rincari, quelli del capoluogo restano tra i servizi più capillari e a buon mercato del Veneto: lo dice un’indagine di «Cittadinan­zattiva» realizzata prima degli ultimi ritocchi ma valida tuttora. Prima degli ultimi aumenti, Venezia era la città con le tariffe più basse di tutto il Veneto ( e ottava in Italia per sostenibil­ità dei costi); adesso con la media di 261 euro al mese passa al penultimo posto in Veneto, prima di Rovigo (235 euro al mese) ma svetta sempre per numero di servizi. Belluno è il capoluogo più caro con 447 euro e solo due strutture per 56 posti con una lista d’attesa del 61%; Verona la seconda per tariffe ( 400 euro in media) e 23 asili con 1.072 posti e una lista d’attesa del 18%; Vicenza con 398 euro di retta mensile media ha 11 asili per 542 posti e nessuna lista di attesa; a Padova le famiglie in media sborsano 325 euro per 16 strutture con 820posti e un’attesa del 25%; a Treviso la media mensile è di 300 euro con solo due asili con 120posti e un tempo d’attesa del 60%. A Venezia si pagano 261 di media

è la nuova spesa della rette media, prima era di 209 euro è la spesa per la retta minima (a seconda dell’Isee), prima era 105

per 38 nidi e il 17% di lista di attesa. Gli aumenti, insomma, pesano, ma i genitori di Venezia e Mestre sono sempre quelli con le rette più leggere e il numero maggiore di strutture. Dalla prossima settimana le tariffe in vigore cambierann­o tutte ma resta ferma l’esenzione totale per i redditi fini 6.204 euro. La fascia di reddito Isee da 6.204 a 12.600 passa da 105 a 131 euro di tariffa minima e da 150 a 187 per la massima (scatti di 6,25 euro ogni 640 euro di reddito); lo scaglione da 12.600 a 20mila euro di reddito Isee passerà da 155 a 193 euro di minima a 261 di massima da 209 euro ( 7,50 euro ogni 740 euro di reddito Isee in più); fino a 29mila la quota minima di 215 euro aumenta a 268 e quella massima di 282 sale a 353.

La manovra non risparmier­à elementari e materne, che riprendera­nno l’attività dal 16 settembre e dalla settimana successiva vedranno lievitare i costi del buono pasto in mensa: 4 euro al giorno per le materne e 4,25 per le elementari. Una quota abbastanza vicina al minimo di 5,16 per i buoni pasto aziendali che i genitori di molti bambini ricevono al mese sotto forma di voucher del salario accessorio senza che la quota alimenti la base pensionabi­le e i contributi. Da quest’anno la comparteci­pazione al pasto a scuola dei bambini sale infatti al 60 per cento. E da tempo il menu totalmente bio delle scuole veneziane mestrine è stato abbandonat­o in favore di un mix di offerta industrial­e, prodotti locali , migliri offerte del mercato e maggiore gradimento dei bambini.

Gli altri rincari

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