Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Credito Trevigiano, possibile l’azione di responsabilità Domani l’ok di Bankitalia ai candidati alla presidenza
Una corsa a tre nella bufera. Si apre la settimana decisiva, quella che porta all’assemblea dei soci del Credito Trevigiano. Domenica prossima al palazzetto dello sport Palamazzalovo di Montebelluna sono stati convocati i circa 6.600 soci della Popolare, chiamati ad eleggere il nuovo presidente, il consiglio di amministrazione (Cda) e gli altri organi gestionali (il collegio sindacale e quello dei probiviri).
Un’assemblea a suo modo storica, considerato che al termine ci sarà al timone per la prima volta il sostituto dello storico presidente, Nicola Di Santo, dopo l’interregno dei due commissari Nicola Marotta e Roberto Venturini. In corsa ci sono tre candidati: l’avvocato Piero Pignata, l’ex direttore generale dell’Usl 8 Renato Mason e l’immobiliarista Agostino Wenis Zanella. Le candidature sono al momento al vaglio di Bankitalia che, entro la mezzanotte di domani, dovrà «timbrarle». Se ci fossero irregolarità formali ci sarebbe tempo al massimo altri due giorni per sanarle. Poi sarà ora di votare: in campo anche una quarantina di candidati per il posto di consigliere nel Cda, le loro schede sono quelle pervenute entro lunedì della scorsa settimana.
Mentre gli eserciti elettorali si schierano, l’attesa è forte anche per conoscere i conti reali dell’istituto di credito. Stando alle ultime indiscrezioni (l’ultimo bilancio noto è datato 31 dicembre 2013) i numeri sarebbero in positivo, nonostante quei sessanta milioni di crediti deteriorati che sono nel mirino dei commissari uscenti.
Nel mentre, è trapelata la notizia dell’esistenza di un dossier di centinaia di pagine, depositato alla magistratura civile, col quale si è dato il via ad una azione di responsabilità a carico degli ex vertici dell’istituto. I contorni della vicenda sono fumosi: nessuno degli interessati (oltre al presidente, la legge prevede che in solido potrebbero garantire anche i membri del Cda e dei vari collegi, ma anche i direttori generali) ha confermato di aver ricevuto la notifica. Va però precisato che accade spesso, al termine di un periodo di commissariamento, che su eventuali operazioni presuntamente illecite o compiute in conflitto di interesse venga richiesto di far chiarezza. L’eventuale processo civile è destinato a durare anni.
«Ma prima di tutto devono provare l’inadempimento, che poi avrebbe causato il danno conseguente» precisa l’ex presidente Nicola Di Santo, il primo a finire nel mirino per quel rosso milionario. «Io non ho preso un soldo, e se abbiamo dato fiducia alle aziende del territorio, che poi sono fallite, non è certo una colpa: ce ne sono altre che abbiamo salvato» aggiunge Di Santo. Sul tema i tre candidati hanno visioni diverse. Pignata taglia corto: «Nulla posso dire». Mason ne fa una questione di opportunità sui tempi: «Sarebbe stato il caso di attendere, apprendere la notizia a pochi giorni dall’assemblea non è stato opportuno». Zanella: «Non abbiamo avuto conferme, ma sia chiaro: la nostra candidatura è lontana dalla politica e a favore del territorio».