Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gianna Nannini «Porto il mio rock nei teatri: sarà festa»

Sabato al Gran Teatro Geox di Padova e il 14 maggio all’Arena di Verona «Ripercorre­rò le tappe musicali della mia carriera, ma non voglio pubblico timido. Sarà una festa in cui tutti dobbiamo partecipar­e e divertirci»

- Verni

«Un concerto come questo di rock sinfonico si può fare solo nei teatri. È stata una scelta precisa fare questo tour a teatro: gli archi non puoi portarli in un palasport». Gianna Nannini spiega così il suo «Hitstory tour» che sabato sarà al Gran Teatro Geox di Padova e che poi, il 14 maggio, avrà una data speciale all’Arena di Verona (ore 21.30, info www.giannanann­ini.com).

Come mai il teatro è il posto migliore per fare rock?

«Trent’anni fa ho sentito gli Ac/Dc in un teatro a Stoccolma. In Italia è diverso perché non ci sono teatri in cui si può stare in piedi, ma nei miei concerti ci si può alzare quando si vuole. Alle volte il pubblico è un po’ timido perché crede un teatro imponga un certo atteggiame­nto conservato­re, ma nel rock non bisogna solo vedere un concerto, bisogna partecipar­e, è una festa per tutti».

Il cuore del live sarà la sua raccolta Hitstory?

«Mi sembra quasi di fare un’opera e non un concerto classico. La scaletta ripercorre le tappe musicale degli anni Ottanta, Novanta e Duemila durante le quali il sound è molto cambiato. Racconto tutte le epoche che ho vissuto. Nei miei concerti voglio che i cellulari siano spenti, proprio come quando si ascolta la musica classica: le luci, i rumori, entrano nella frequenza cambiano lo spirito e le emozioni».

Fra meno di un mese sarà all’Arena di Verona, quello sarà un altro tipo di concerto?

«Sarà un evento unico con la Bohemian Symphony Orchestra. Stiamo arrangiand­o i pezzi per 56 elementi. Le canzoni sono rock, ma ci si aggiunge il gusto sinfonico: le chitarre saranno classiche ma

gli archi rock» Perchè ha scelto l’Arena?

«L’Arena è unica. È fatta per la musica, mentre il palasport è fatto per la palla. L’abbraccio del pubblico, vicino, lo si sente sulla pelle. La voce si espande per tutta l’Arena, passa per i cunicoli, è una cosa veramente emozionant­e». In Italia oggi il rock come se la passa?

«Il rock in Italia è ancora da cantautore, il testo è più importante della musica, mentre una cosa deve entrare nell’altra e spaccare! L’Italia non è rock come atteggiame­nto e preparazio­ne, è ancora troppo individual­e mentre il rock vive del rispetto che un musicista ha del proprio strumento senza invadere l’altro». Parteciper­à come giudice al prossimo X-Factor?

«A questa domanda posso rispondere solo “no comment”». Per un esordiente, i talent sono una strada obbligata?

«Non c’è altro purtroppo. I talent sono delle palestre e vi si deve passare, il problema è che appiattisc­ono la musica facendo interpreta­re canzoni di altri musicisti. Dovrebbero fare cantare le canzoni dei ragazzi, ma non lo fanno perché vogliono l’applauso facile». Quali sono gli album più importanti per lei?

«California, Latin lover e Grazie».

Quale è il suo legame con il Veneto?

«In Veneto c’è il vino! Poi molti miei musicisti sono Veneti... e a tutti piace il vino».

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Rocker Gianna Nannini sul palco durante un concerto del tour
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