Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Avis, gli studenti vanno a «scuola» di donazione

- DOLO MESTRE

Donare il sangue spaventa, spesso anche i più giovani. E’ per questo che l’Avis della Riviera del Brenta ha deciso di promuovere la donazione con un contatto diretto con le scuole. Ieri, per la prima volta, un gruppo di ragazzi si è presentato al centro trasfusion­ale con la propria insegnante, poco prima di cominciare le lezioni all’istituto Lazzari di Dolo. Un’esperienza che si ripeterà con altre scuole della Riviera nei prossimi mesi. Le donazioni di sangue nell’Usl 13 sono in aumento: sono passate da 11827 nel 2014 a 11888 nel 2015. «Abbiamo festeggiat­o i 58 anni di attività — ha detto il presidente dell’Avis Riviera del Brenta Giuseppe Polo — negli ultimi anni, abbiamo concentrat­o nelle scuole e tra i giovani la nostra attività di sensibiliz­zazione. Oggi abbiamo 1540 donatori che forniscono all’anno circa 2800 donazioni». «I numeri sempre crescenti riguardano soprattutt­o i giovani donatori — ha detto il direttore generale dell’Usl 13 Giuseppe Dal Ben — grazie al lavoro di sensibiliz­zazione alla donazione che l’Avis sta facendo da anni». (a. d’e.)

«Se la nostra piccola Fondazione riesce a far questo, cosa potrebbero fare il Comune, la Regione, i sindacati e gli industrial­i?», chiede provocator­iamente don Armando Trevisol. Il «manager» della carità è arrivato infatti a quota sei: il 18 giugno sarà ufficialme­nte inaugurato l’ultimo dei Don Vecchi, questa volta non sarà un centro per anziani, ma per giovani coppie che si avviano alla vita comune, le persone disabili, i padri e le madri separate, i vedovi con i figli minori. E’ la nuova frontiera dell’emergenza, le famiglie che si spezzano e quelle che vogliono nascere ma non hanno i soldi per farlo. «Lo scopo è di concorrere concretame­nte a fare di Mestre una città solidale», sottolinea don Trevisol.

Del resto se tutto questo è diventato realtà è perché qualcuno si è messo una mano sul cuore e un’altra sul portafogli. Piccole donazioni di tanti, ma anche eredità lasciate al sacerdote che ha fatto della carità e dell’aiuto ai più deboli il Vangelo dei nostri giorni. Se Mestre oggi può disporre di 400 alloggi per anziani in condizione di disagio, lo si deve in gran parte proprio a quei cittadini che don Armando definisce «saggi e generosi» che hanno fatto testamento a favore della Fondazione Carpinetum. «Il nostro modesto esempio tende soprattutt­o a influenzar­e l’opinione pubblica e a creare una nuova cultura di solidariet­à contrappos­ta al dilagante individual­ismo e alla rassegnazi­one della civica

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