Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Foto e risate in caserma I due piccoli rom fuggono. Ripresi a casa
Vicenza, scappano due dei ragazzi della foto-scandalo La Lega: «Atteggiamenti figli del senso di impunità»
In caserma, dopo il colpo, si erano fatti fare un a foto col pollice alzato. I due piccoli ladri sono fuggiti dalla comunità. Ripresi.
VICENZA Prima la foto scattata con gli amici-complici nella caserma in cui erano stati portati per la spaccata notturna messa a segno in un negozio del centro storico. Uno scatto quasi canzonatorio, fatto sfoggiando sorrisi e pollici alzati, tra strafottenza e menefreghismo per l’arresto. Poi la fuga dalla comunità, per raggiungere casa e famiglia a Vicenza, ancora una volta in barba alla legge, alle disposizioni del giudice. Il tutto allunga il già nutrito curriculum criminale, nonostante i 17 anni d’età. Lui è il più grande della banda di ragazzini nomadi che alle prime ore di domenica 10 aprile avevano sradicato un tombino e lo avevano scagliato contro la vetrina di un negozio di telefonia di Vicenza, da cui avevano arraffato due Iphone, fuggendo via.
La permanenza nella comunità di Milano alla quale il 17enne era stato destinato dopo l’interrogatorio di mercoledì scorso davanti al giudice dei minori e dove avrebbe dovuto intraprendere un percorso di rieducazione, è durata appena un’ora e mezza. L’adolescente si è infatti dileguato nel giro di pochissimo, trovando il modo di rientrare a Vicenza. I carabinieri, nei giorni successivi, lo hanno rintracciato a casa sua, insieme ai genitori e agli undici fratelli. E per lui si sono riaperte le porte del carcere minorile di Treviso, questa volta per evasione. Nei suoi confronti il Tribunale dei Minori aveva infatti emesso un ordine di custodia cautelare in carcere che è stato eseguito dai carabinieri.
E a quanto pare ci sarebbe anche qualcun altro che ha seguito il suo esempio. Avrebbe fatto perdere le sue tracce dalla comunità uno dei due amici di 16 e 15 anni arrestati sempre per la stessa spaccata al negozio di telefonia(la quarta del gruppo che ha partecipato al furto, una 14enne anche lei nomade, vista l’età è stata solo segnalata di intervenire in maniera radicale sull’educazione dei giovani nomadi che vivono ai margini della società».
Preferisce non commentare, «per non far nascere ulteriori disguidi», Davide Casadio, presidente della Federazione Rom e sinti insieme e ministro del culto della Missione evangelica zigana, che nei giorni scorsi aveva dichiarato: «Questi adolescenti non hanno imparato l’educazione; hanno fatto quel gesto con il pollice perché non capiscono il danno procurato». Lo stesso aveva precisato «l’importanza di un’azione educativa per chi compie reati, chiunque sia. Che la giustizia faccia il suo corso e che quei ragazzi vengano recuperati anche attraverso l’assistenza sociale».
La bravata Casadio Non hanno ancora capito il danno procurato