Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Hub, ticket e cambi d’uso Le 5 delibere sul turismo
«Da parte del Comune c’è un totale immobilismo sul tema del turismo, non c’è coerenza tra le parole e l’azione politica, c’è un’inerzia pericolosa e un ruolo creazionista della parola del sindaco, basta ricordare il tema degli alberghi, Brugnaro dice di non volerne di nuovi ma ha permesso l’operazione Ca’ di Dio, Marittima e ora T2». La critica a 360 gradi è del segretario comunale del Pd Maria Teresa Menotto affiancata dai consiglieri comunali Andrea Ferrazzi, Bruno Lazzaro, Nicola Pellicani, Monica Sambo e dalla consigliera regionale Francesca Zottis. Ma il Pd alle accuse fa seguire un pacchetto di cinque delibere di iniziativa consiliare che traducono in atti il documento sul turismo presentato a dicembre. I temi sono la gestione dei flussi turistici, la residenzialità, l’accessibilità, la Città metropolitana e le politiche giovanili come spazi eventi, impianti sportivi, posti auto. «I capisaldi sono la salvaguardia, il governo del turismo, il riconoscimento della specificità Venezia – spiega Ferrazzi – servono politiche di sistema coinvolgendo la Città metropolitana». Le delibere chiedono il blocco dei cambi d’uso per la città antica e per farlo, spiega Ferrazzi «vanno cambiate le norme tecniche di attuazione alla variante al Prg, e che consentono di trasformare determinati edifici in automatico in base alla classificazione, va fatto il regolamento edilizio e va cambiato il piano casa ter». Per gestire i flussi il Pd chiede hub e numero programmato attraverso un Citypass individuato in Venezia Unica attraverso il quale raccogliere anche un contributo di scopo. Contrasto all’esodo di attività lavorative e facilitarne di nuove slegate dal turismo, servizi per la residenza, politiche per i giovani. In Regione i consiglieri pd presenteranno una mozione per chiedere un modifica delle norme sulle affittanze turistiche per l’introduzione di un termine massimo di 90 giorni per l’affitto turistico di un appartamento, e una proposta di legge proponendo di inasprire le pene a mille euro per i proprietari che rifiutano i controlli, sospendere la locazione al terzo rifiuto e, quanto ad Airbnb, stanno studiando la proposta di far inserire nell’annuncio codice fiscale o partita Iva di chi affitta per una maggior trasparenza.