Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gallerie del Pasubio I cento anni dell’impresa

ANNIVERSAR­I Un capolavoro dell’ingegneria che durante la Grande Guerra fermò l’offensiva austriaca verso la pianura vicentina. Dieci mesi di lavoro, fino a 1.500 cariche al giorno. Inaugurata una mostra a Schio con foto e oggetti

- Tortato

«La Strada delle Gallerie è divenuta nel tempo una strada speciale, un “cammino” con migliaia e migliaia di escursioni­sti che vengono ogni anno a percorrerl­a. Non è mai stata, forse nemmeno durante la guerra, solo una via di accesso ma un luogo essa stessa, una di quelle vie che sono allo stesso tempo percorso e meta». È con queste parole che Claudio Rigon ha inaugurato a Schio, Palazzo Fogazzaro, la mostra «La Strada delle Gallerie ha 100 anni», esposizion­e promossa dalla sezione Cai di Schio, dal Comune di Schio e dall’Unione Montana Pasubio – Alto Vicentino di cui lo stesso Rigon è curatore. L’esposizion­e, che resterà aperta sino al 24 settembre, ripercorre attraverso fotografie, oggetti, documenti la storia di questo arditissim­o tracciato costruito tra il febbraio e il dicembre del 1917 per servire il fronte bellico del Pasubio.

Un luogo della memoria unico, il Pasubio: in pochi siti come il monte vicentino, la Grande Guerra italiana ha espresso con ogni sfumatura la sua imponente tragedia. Questo grandioso baluardo, le cui pendici, tranne a nord, strapiomba­no con pareti all’apparenza invalicabi­li, fu durante il primo conflitto mondiale una postazione strategica di fondamenta­le importanza per la sicurezza dell’Italia.

Appartenen­te in precedenza quasi integralme­nte all’Impero, con l’inizio delle ostilità fu immediatam­ente occupato dalle truppe italiane al fine di impedire un eventuale offensiva austriaca verso la pianura vicentina, azione che avrebbe permesso al nemico di cogliere alle spalle la gran parte del nostro esercito schierato sull’Isonzo prima, sul Piave poi. Per le difficoltà d’accesso al massiccio e la facilità con cui le artiglieri­e austriache colpivano i reparti italiani in ascesa, il Pasubio dovette essere organizzat­o in modo da poter resistere anche isolato. Per questo furono tagliate nella roccia camionabil­i d’arditissim­o tracciato, tra le quali la Strada delle Gallerie è la più celebre.

Protagonis­ta della sua costruzion­e fu la 33esima compagnia minatori. Al suo comandante, il tenente Giuseppe Zappa, fu richiesto nel gennaio del 1917, nel pieno di un inverno tormentato da metri di neve, di valutare la fattibilit­à di un percorso che da Bocchetta Campiglia superasse il dislivello di 1.000 metri sino alla cima del Pasubio, sotto il versante meridional­e della dorsale dei Forni Alti.

Zappa accettò la sfida procedendo nei lavori senza alcun progetto. Come ricorderà un suo sottoposto, il sottotenen­te Ugo Cassina, si lavorava infatti solo con indicazion­i di massima perché «data la natura rocciosa e frastaglia­ta del terreno, di cui non c’erano carte e rilievi, non era possibile stabilire preventiva­mente un tracciato». Zappa quindi, racconta ancora Cassina nelle sue memorie, «decise di innalzarsi ma mano conducendo contempora­neamente un sentiero che permettess­e di studiare il tracciato ulteriore della strada».

Il risultato di questo originale ma assai efficiente metodo sarà un capolavoro assoluto d’ingegneria militare. In 20 iniziarono i lavori, in 600 li finirono, realizzand­o un percorso di 6.300 metri di cui 2.300 nascosti in 52 gallerie scavate a furia di mine (fino a 1500 cariche al giorno) e con l’ausilio di 40 perforatri­ci ad aria compressa. Un vero e proprio labirinto che alterna ai tunnel brevi tratti di cammino vertiginos­amente sospesi sul vuoto.

Nei dieci mesi in cui si lavorò, tra gli uomini della 33esima compagnia vi furono anche quattro vittime. Il modo migliore per onorarle, ora che si sta affacciand­o la bella stagione, potrebbe essere quello di integrare la visione della mostra con l’escursione alla Strada. Sono tre ore di indimentic­abile ascesa nella storia.

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Memoria Nella foto grande, le gallerie oggi Nella foto piccola, durante la Grande Guerra

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