Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il grido disperato «Tommaso affoga vi prego, aiutatemi»

- M. Cit.

REVINE LAGO (TREVISO) «Tommaso è in acqua, aiutatemi per favore. Tommaso sta affogando». Era disperata l’amica di Tommaso, la 17enne che alle 3 della notte ha suonato al campanello di Fabio Carraro, che vive in una delle case del borgo che sorge nei pressi della spiaggia. Lui e la compagna sono corsi in strada e poi giù, verso la riva erbosa. Intorno solo buio e quel silenzio spezzato dalle urla della giovane che chiamava l’amico. «Continuava a urlare il suo nome, aveva appena chiamato il 118 e ci diceva di correre al lago con lei perché lui era in acqua e stava affogando. L’abbiamo fatto, ma purtroppo nell’acqua non si vedeva niente. Anche se lei continuava a indicarci il punto in aveva lasciato l’amico». La ragazza ha provato ad aiutare Tommaso, spiega Fabio: «Quando sono caduti in acqua hanno nuotato verso riva, ma lui era in difficoltà e lei ha provato a trascinarl­o». A circa 40 metri dalla riva, però, non ce l’ha fatta più e ha raccontato al primo soccorrito­re di aver detto all’amico: «Mettiti a pancia in su, così resti a galla mentre io corro a chiedere aiuto». Poi lei ha nuotato più in fretta che poteva, sperando di salvare anche lui. Ma pochi minuti dopo ha smesso di sentire la voce dell’amico. Inutile la corsa di vigili del fuoco e sanitari del Suem 118, arrivati in pochi minuti insieme ai carabinier­i di Vittorio Veneto. Tommaso era sparito, intrappola­to sott’acqua. «Continuava a indicare il punto in cui lo aveva lasciato – spiega Fabio -, ma non abbiamo potuto fare niente, ci siamo sentiti impotenti. Aiutare Tommaso era impossibil­e e ormai inutile».

Ci indicava il punto della scomparsa ma non si vedeva più nulla

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