Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Congresso Pd, Mognato e Fincato lasciano
Prime riunioni dei circoli e prime fuoriuscite verso Articolo 1. Lettera aperta del deputato: scelta dolorosa. Scattolin: andiamo avanti con spirito rifondativo. Mozione Renzi in testa, tante assenze
VENEZIA Il congresso è appena iniziato e se il buongiorno si vede dal mattino, da qui alle primarie nel Pd veneziano ne succederanno. Per cominciare, l’onorevole Michele Mognato e Laura Fincato ieri hanno lasciato il partito.«Ho concluso la mia appartenenza politica al Pd», ha annunciato Mognato prima al suo circolo di Mestre Centro e poi in una lettera aperta. Fincato è passata al circolo della Giudecca non per votare ma per spiegare l’addio: «Non posso più stare in un partito ancora una volta guidato da Renzi, nel quale non ritrovo i fondamentali della mia storia».
Nei circoli ogni ora che passa porta una sorpresa. A Mestre centro c’è stato il sorpasso della mozione renziana (38 voti, 28 per la mozione Orlando, uno per Emiliano) un po’ per il peso del gruppo che fa riferimento a Nicola Pellicani, un po’ per l’assenza di diversi iscritti. Le assenze stanno pesando parecchio: a Caorle hanno votato in otto, a Fossalta una ventina, al circolo della Giudecca ieri alla presentazione delle mozioni si sono presentati in 7 su 24 (e hanno votato in 12: 7 Renzi, 5 Orlando). Invece a Cannaregio pur di non consegnare a Renzi lo scettro di una vittoria plebiscitaria si sono iscritti in massa: erano 52, sono diventati 135 e 90 hanno votato: 56 per Orlando, 27 per Renzi e 7 per Emiliano.
La maggior parte dei congressi si terrà la prossima settimana e da Jesolo a Cavarzere, da Spinea a Mestre passando per Marcon sono attese altre fuoriuscite verso Mpd. Che, appena nato, in città conta già su quattro parlamentari: Delia Murer, Davide Zoggia, Mognato e il senatore Felice Casson. Il timore di una grande fuga della sinistra dem al termine di una incoronazione di Renzi alle primarie non è peregrino. Lo testimonia anche il livello di polemica e astio che ieri ha contraddistinto i commenti sui social a proposito degli addii di Mognato e Fincato.
«Io rimango - dichiara la segretaria cittadina Maria Teresa Menotto (mozione Orlando) Nel percorso congressuale si è originata una frattura, perdere un pezzo di noi ha significato anche la fine del progetto del Pd: non dobbiamo banalizzare il nuovo soggetto politico ma cercare di riportare il Pd alla sua forza trainante e inclusiva originaria». Resta fino alle primarie Gabriele Scaramuzza, segretario di Favaro. «Vediamo se si riesce a contendere la linea politica con Orlando spiega - la linea di centrosinistra. Renzi non esclude aperture dall’altra parte, invece». Mognato parla di «scelta dolorosa», Fincato dice: «Sono triste e per niente contenta: non avendo più percorsi comuni, ci separiamo. Aderisco ad Mdp al quale non chiedo nulla se non un sentirsi politicamente più a casa propria». La parola d’ordine di chi lascia è lealtà: alle prossime amministrative si sosterranno i candidati del Pd e non si faranno liste di disturbo. «Umanamente mi dispiace la decisione di Mognato - commenta la segretaria Gigliola Scattolin, renziana - Lo ringrazio, gli auguro un sincero in bocca al lupo. La politica è l’arte di andare avanti dal punto in cui ci si trova. Confido che il congresso sia un momento rifondativo del Pd, che porti idee per riempire il vuoto di elaborazione». Non sono le idee che mancano a sinistra: venerdì all’Ateneo Veneto si presenta Effetto Venezia, formazione autonomista che mette insieme, tra gli altri, Gian Angelo Bellati, Roberto Ellero, Maurizio Baratello, Davide Zoggia, Monica Sambo, Paola Juris, Adriano Donaggio.
Divisione Nuova associazione con i dem separatisti