Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Molo per tre navi a San Nicolò «Così si rilancia anche il Lido» L’ipotesi di Pizzo e Zanetti: devono stare fuori dalla laguna
VENEZIA Il progetto di Cesare De Piccoli, che ha già ottenuto il parere favorevole della Via, immagina un terminal di scalo per 4 navi a ridosso di Treporti. «A lui va il merito di aver aperto la strada alle ipotesi fuori dalla laguna, ma il suo progetto paga l’opposizione del Comune di Cavallino», dicono Giampietro Pizzo e Marco Zanetti, leader dell’associazione Venezia Cambia, che però precisano di parlare a titolo personale. E l’ipotesi di Maria Rosa Vittadini e Stefano Boato all’isola nuova del Mose? «Interessante per la sua reversibilità, ma ha un cordone ombelicale inscindibile con la Marittima», continuano.
Ecco perché ieri mattina Pizzo e Zanetti hanno presentato una terza ipotesi, ovvero un approdo per tre navi (anche oltre i 300 metri) lungo un molo parallelo alla diga foranea di San Nicolò. Un’idea per risolvere il problema delle grandi navi, che dura ormai da Check-in Il piano prevede un check-in al Lido e un trenino verso gli approdi
5 anni, da quando cioè il decreto Clini-Passera parlò di una via alternativa al passaggio davanti a San Marco. Le navi passano ancora, il progetto De Piccoli-Duferco è in standby dopo l’ok della Via, mentre l’Autorità portuale del nuovo presidente Pino Musolino – dopo che due ipotesi si sono di fatto arenate, cioè i canali Contorta e Tresse Nuovo – punta ora sul Vittorio Emanuele. «La comparazione dev’essere fatta solo tra le ipotesi che tengono
le navi fuori dalla laguna», afferma però Pizzo. «Lo stesso Clini-Passera sottolineava “la particolarissima sensibilità e vulnerabilità ambientale della laguna”», aggiunge Zanetti.
L’idea è quella di puntare sul Lido, riqualificando aree demaniali dismesse e rilanciando il turismo. La «Marittima 2» sarà infatti raggiungibile da tre luoghi, sedi di altrettanti check-in: l’aeroporto Marco Polo, la Marittima attuale (dedicata alle navi più piccole, lussuose e green, anche se per loro il limite a 40 mila tonnellate è troppo basso) e l’area del forte San Nicolò, riqualificata così come la caserma Pepe, che potrebbe diventare un albergo. Ai crocieristi vanno proposti dei pacchetti che prevedano dei soggiorni al Lido e anche dei tour della laguna, in modo che il trasferimento dalla terraferma non sia solo un viaggio in navetta. «Così potrebbero vedere la laguna dall’altezza giusta», spiegano i proponenti. Dal check-in del Lido agli imbarchi ci potrebbe essere un trenino, come nei grandi aeroporti. Costi e tempi? «Per ora è un’idea, non siamo progettisti, ma sono sicuramente inferiori agli altri progetti». E a chi dice che tre navi sono poche, loro replicano che Venezia deve imporsi sulle compagnie: «Le navi devono essere spalmate su tutti i giorni della settimana».
Anche il CliniPassera sottolineava la vulnerabilità della laguna
Pochi approdi? Le compagnie spalmino gli arrivi lungo l’intera settimana