Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ucciso in casa, il figlio ha caricato il fucile
Selvazzano, la versione dello scherzo finito male vacilla: Il nonno: «La carabina non era armata». Il giovane non si sarebbe limitato a premere il grilletto. Oggi la convalida. E anche l’anziano rischia
Lo studente padovano ha detto di aver sparato al padre con il fucile del nonno. «Volevo fargli uno scherzo, spaventandolo con il suono del grilletto». Ma gli inquirenti hanno ancora molti dubbi sulla sua versione
Ha tirato indietro l’otturatore della carabina, permettendo così al proiettile di passare dal caricatore alla canna. Pochi gesti, semplici e veloci. Ma, soprattutto, letali. Perché sono stati proprio questi movimenti compiuti venerdì pomeriggio dall’adolescente di Selvazzano Dentro a far sì che quell’arma si trasformasse da oggetto di uno scherzo a causa della morte del padre, l’imprenditore Enrico Boggian, 52 anni.
A chiarirlo, è stata una frase ripetuta ai carabinieri dal proprietario della carabina, il nonno del giovane, cui il fucile era stato preso di nascosto proprio la mattina dell’omicidio. «Mi ricordo di aver inserito il caricatore – ha spiegato agli investigatori -. La carabina, però, non era armata». Il che significa che senza quel movimento dell’otturatore compiuto dal ragazzo il fucile non si sarebbe trasformato in un’arma mortale.
Due domande, per il momento, rimangono senza risposta. Gli inquirenti non sanno se il giovane sapesse che quel caricatore conteneva dei proiettili. E soprattutto, non possono ancora stabilire se possa aver compiuto consapevolmente quei gesti meccanici. Forse, sarà la perizia balistica che verrà compiuta nei prossimi giorni a gettare una luce su questi punti fondamentali, e a chiarire se si sia trattato davvero solo di uno scherzo finito nel sangue oppure di un omicidio voluto e organizzato nei minimi dettagli. Nel frattempo, il sedicenne deve rispondere di omicidio volontario. Un’accusa, firmata dal pm della procura dei minori di Venezia, Monica Mazza, basata su due semplici principi. Il primo, che un ragazzo, seppur così giovane, non può non sapere che la conseguenza più logica, quando si preme il grilletto di un’arma anche se solo per gioco, è la morte, o nella migliore delle ipotesi, il ferimento del bersaglio. A gettare un’ombra di dubbio sulla tesi dell’adolescente, secondo la quale la morte del padre è stata solo la conseguenza non voluta di uno scherzo, è anche la messinscena architettata per sviare da lui i sospetti. «Volevo solo fargli sentire il clic da dietro per spaventarlo – ha confessato sabato ai carabinieri -. Non pensavo che il fucile del nonno
La villetta dell’orrore
I carabinieri all’ingresso della villetta all’interno della quale venerdì scorso è stato un sedicenne ha ucciso il padre, l’imprenditore Enrico Boggian