Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Finint, Vidal «congelato» in attesa dell’accordo Save, sale il peso di Scarpa
Finint «congela» la guida affidata a Gianluca Vidal, in attesa dell’accordo tra Enrico Marchi e Andrea De Vido. Che determinerà il riassetto su Save, in cui si rafforza il ruolo dell’amministratore delegato Monica Scarpa. Dopo parecchi rinvii, e la sistemazione degli ultimi dettagli, è attesa per questa settimana la firma sull’accordo che determinerà il divorzio tra i due soci di sempre di Finanziaria Internazionale. Una firma che metterà in moto due contratti - l’uno tra De Vido e Marchi, l’altro tra quest’ultimo e i fondi che investiranno in Save , nella complicata operazione che liquiderà De Vido e farà scattare l’offerta pubblica di acquisto che rivoluzionerà l’assetto nella società aeroportuale.
Un meccanismo che, a valle delle firme, scatterà dal basso, in Save. Finint e Morgan Stanley (57% e 43% i pesi rispettivi), che uscirà da Venezia, venderanno le scatole che custodiscono il 60% di Save ai due fondi infrastrutturali scelti come nuovi partner, il francese Infravia e uno tedesco che fa capo a Deutsche Bank. Il guadagno di Finint servirà a liquidare De Vido (100 milioni cash ed altri 20 in immobili il valore a cui si stima l’operazione), consegnando a Marchi l’intera finanziaria di Conegliano.
Dove per ora è congelato il ruolo di Gianluca Vidal, il commercialista veneziano eletto amministratore unico nell’assemblea dei soci di mercoledì scorso, su spinta di De Vido e l’opposizione di Marchi. Decisiva per la soluzione il sì del collegio sindacale di Abbacus, la scatola di controllo maggiore di Finint in cui siedono entrambi i soci, che compie le scelte in assenza del cda, saltato lo scorso autunno. E schieratosi per l’amministratore unico, contro uno stallo ulteriore. Salvo che, essendo l’accordo vicino, Marchi e De Vido hanno concordato di chiedere a Vidal di sospendere per 20 giorni l’accettazione della nomina, in attesa di un accordo che tra l’altro consegnerebbe subito a Marchi il diritto di nominare il nuovo cda.
Una volta sistemate le cose in Finint, Marchi reinvestirebbe i suoi proventi della vendita delle azioni Save - con una quota indicata dalle indiscrezioni intorno al 12% della quotata- nella nuova società con i fondi di investimento che controllerebbe il 60% della società aeroportuale, mantenendo, in forza degli accordi con i fondi, un ruolo guida. In un progetto a cinque anni, in cui Infravia e Deutsche Bank si comporteranno da fondi d’investimento e non da proprietari di lungo periodo.
Certo, l’operazione che deve partire dall’offerta pubblica di acquisto ha dimensioni enormi. Ai prezzi attuali di Borsa (20 euro ieri), Save vale 1,1 miliardi e l’operazione, tra capitale e finanziamenti bancari, è attesa intorno agli 1,7 miliardi. Ma evidentemente i fondi
scommettono che, con gli sviluppi su Brescia, il ritorno all’utile di Verona e il master plan di sviluppo a Venezia, ci sia ancora spazio per creare valore e uscire tra cinque anni soddisfatti. Restano da vedere un paio di cose. Se, di fronte all’Opa Save continuerà a rimanere quotata. E quali spazi si potranno aprire alla Atlantia dei Benetton, che ha preso il 21% di Save. Una contro-opa in teoria è possibile, ma la possibilità che i nuovi proprietari franco-tedeschi rompano gli accordi con Marchi per vendere ad Atlantia appare residuale. Anche il prezzo di Borsa, inchiodato a 20 euro, pare andare in questa direzione.
Certo, i Benetton potrebbero comunque restare godendo intanto di un ritorno finanziario che si annuncia di soddisfazione. E attendendo il prossimo giro, quando Infravia e Deutsche Bank usciranno. Da una Save in cui intanto si fa largo il ruolo dell’amministratore delegato Monica Scarpa. Data in partenza per la Fiera di Milano, di cui sarebbe dovuta diventare amministratore delegato, improvvisamente è arrivata venerdì la notizia della rinuncia. Scarpa resterà in Save, dove rimarrà Ad voluta da tutti nel nuovo corso.