Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Incroci di civiltà» Scrittori dal mondo Incontri e scoperte
Assente Pamuk. Incontri con Nooteboom, Yehoshua ed Enriquez
Lo show è prodotto da Sandy Medini (della famiglia circense Bellucci Medini) e unisce un cast internazionale di artisti del circo (alcuni dei quali arrivano dal Cirque du Soleil) ad altri che provengono da palcoscenici teatrali, in un continuo gioco di contaminazione tra arti.
«Noi crediamo che il rispetto non imponga di evitare di affrontare certi temi, e nemmeno che prescriva di trattarli solo con deferenza. Essere irriverenti è un modo per sollevare questioni, scuotere lo status quo, accendere l’attenzione aggiunge l’autrice e organizzatrice Sandy Medini - per noi questo spettacolo è un modo per dire che anche le persone che noi mettiamo fuori dalla società, a cui attacchiamo l’etichetta di “diverso”, spesso hanno sensibilità e talenti che non conosceremo mai, per paura o per supponenza».
Lo spettacolo si basa anche sull’interazione con il pubblico. Una volta entrati si viene «accolti» dagli attori del Psychiatric Circus, sedici in tutto, che si avvicinano nelle loro maschere da clown pazzo, infermiera o psicotico, esibendosi in risate fragorose o scoppiando palloncini per creare uno stato di agitazione e un’atmosfera surreale degna del miglior Alex de la Iglesia. Lo spettacolo vero e proprio, guidato da Padre Josef si declinerà poi tra numeri di giocoleria, acrobati e fachirisimo sempre inseriti nel contesto dell’ospedale psichiatrico di metà Novecento, delle cure e dei pazienti che vi sono ospitati.
Non sarà Orhan Pamuk, il premo nobel turco, ad aprire a Venezia il festival internazionale di letteratura «Incroci di civiltà». Costretto a rinunciare per questioni familiari, lascerà il palcoscenico del Teatro Goldoni (ore 17.30) a un trio di scrittori che dialogheranno su arte, letteratura e civiltà: lo statunitense Michael Chabon, l’indiano Vikram Seth e l’israeliano Abraham B.Yehoshua. Da là si dipanerà un fitto programma, fino al 1 aprile, con la regia dell’Università Ca’ Foscari, che permetterà di incontrare 25 scrittori provenienti da 20 paesi. Per alcuni di loro «Incroci», nel suo decennale, sarà l’occasione per presentare le uscite italiane dei loro romanzi. Lo doveva essere per Pamuk col suo La donna dai capelli rossi, edizioni Einaudi. Sarà il caso, comunque, di una rivelazione come Jonas Hassen Khemiri, madre svedese e padre tunisino, classe 1978: il suo Tutto quello che non ricordo uscito di recente per Iberborea, continua una sorprendente indagine della società svedese. Verrà presentato sabato 1 aprile, alle 11.30, all’Auditorium Santa Margherita.
Stesso giorno e medesima location, ma alle 10, farà il suo debutto per le edizioni Marsilio Mariana Enriquez con Le cose che abbiamo perso nel fuoco. Reduce dal premio Ciutat de Barcelona, l’autrice argentina è molto impegnata a osservare le vicende sociali del suo paese, dove dirige il supplemento di cultura, «Radar», del prestigioso quotidiano «Pagina/12».
Si intitola invece Cerchi infiniti l’ultimo lavoro uscito in Italia solo un mese fa per Iperborea dell’acclamato scrittore olandese Cees Nooteboom. Un libro di viaggi sul Giappone, di quei viaggi che hanno il potere di «scardinarti l’esistenza», come dice lui. Ne parlerà venerdì 31 marzo alle 16, sempre in Auditorium.
Di viaggi, ma nel cuore della Storia che pulsa, è da sempre un grande narratore Patrik Ouredník, volto della dissidenza cecoslovacca e dell’esilio in Francia. Il suo Europeana. Breve storia del XX secolo, la sua opera più celebre da poco rimessa in stampa da Quodilibet, sarà presentato domani, alle 11.30. Lo scrittore ceco ne parlerà alla Fondazione Querini Stampalia con un altro protagonista di quella lunga stagione fredda, l’italiano-ungherese Giorgio Pressburger, che a sua volta la racconta nel romanzo Don Ponzio Capodoglio, uscito per Marsilio.