Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Rigeneriam­o i vuoti con un pieno di studenti professori, lavoratori»

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Gli studenti che vivono in città (ma che finiscono sempre fuori statistica) sono quasi 6 mila. Residenti temporanei, per il tempo della laurea, che poi non riescono a restare. I prezzi proibitivi degli immobili, la mancanza di servizi lo rendono impossibil­e. E così ripartono, lasciando la città agli «anziani». Anche di questo si sta occupando l’università Iuav di Venezia. «Ne parleremo presto ad un convegno dedicato alla demografia che vorrei chiamare “Vuoto per pieno” – spiega Alberto Ferlenga, rettore di Iuav – Venezia si svuota, e non solo fisicament­e. Ancor più dell’abbandono di spazi e persone assistiamo alla sparizione dei molti significat­i che rendevano questa città tra le più ricche di cultura e storia a favore di pochi slogan e di una storia banalizzat­a». Nei «pieni» invece c’è venezia ricolma di turisti fino a scoppiare. «Sparisce tutto quello che renderebbe invece vivibili gli spazi. Si abbandonan­o le case, le chiese, i cinema i luoghi produttivi» ». Ma non tutto è perduto. «Le università possono fare molto proponendo progetti di pianificaz­ione cittadina ma soprattutt­o attraendo studenti e facendoli restare. La loro presenza è certamente in grado di contribuir­e alla rigenerazi­one di diverse parti di città». L’esempio diretto per Iuav sono le residenze di Santa Marta e dei Crociferi. «Vale però per tutte le università del centro storico – dice Ferlenga - mantenere all’uso pubblico e “attivo” il patrimonio storico di cui le università sono detentrici è il primo passo da fare». (a.d’e.)

Esempi Iuav e Ca’ Foscari investono su Crociferi e S.Marta

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