Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Martellate alla madre la prima domanda al legale: «Come sta?» Oggi la convalida. Si profila una perizia psichiatri­ca

- VENEZIA

La madre è ancora ricoverata in terapia intensiva in fin di vita e proprio quella è stata la prima domanda che lui ha fatto al suo legale, l’avvocato Tiziana Ceschin, che ieri è andata a trovarlo in carcere. «Come sta la mamma?», ha chiesto Valentino Gasparini, il 46enne di Mira che da domenica pomeriggio è in carcere con l’accusa di tentato omicidio per aver preso la madre Gabriella Asolati, di 77 anni, a colpi di martello sulla testa. Oggi ci sarà l’interrogat­orio di convalida di fronte al gip Roberta Marchiori e potrà dare la sua versione dei fatti.

Ma questo passaggio non è più di tanto rilevante, anche se Gasparini decidesse di rispondere alla domande del giudice. Il legale mantiene il massimo riserbo sulle strategie future e sui contenuti del colloquio avvenuto ieri in carcere, ma è evidente che la linea difensiva sarà quella di fare chiarezza sullo stato mentale dell’uomo. L’uomo infatti era seguito dal Centro di salute mentale di Dolo e soffrirebb­e anche di ludopatia, tanto da essere un assiduo frequentat­o del Casinò di Venezia. «E’ prematuro creare collegamen­ti di causa-effetto tra la patologia per cui è seguito e il fatto delittuoso», ha subito precisato l’Usl 3, ma la difesa vorrà sicurament­e vedere tutta la documentaz­ione sanitaria relativa alla presa in carico da parte dei servizi sanitari e dei servizi sociali del Comune di Mira. L’amministra­zione aveva anche seguito madre e figlio con degli assistenti a domicilio, ma poi l’attività era stata interrotta perché loro non ne avrebbero più voluto sapere. Tanto che era dovuta intervenir­e la sorella, che abita a Milano, per chiedere una maggiore assistenza. Ma il punto centrale sarà soprattutt­o quello di definire se, nel momento in cui Gasparini ha colpito la madre al culmine di una lite i cui motivi non sono ancora chiari (forse questioni di soldi, forse questioni legate alla convivenza), l’uomo fosse in grado di intendere e di volere o se abbia avuto un offuscamen­to della mente che non gli ha permesso di capire che cosa stesse facendo. Questo però lo dovrebbe definire, se e quando lo dovessero chiedere

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