Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Casinò, sì al piano tra urla e insulti
I croupier «infiammano» il Consiglio. Brugnaro apre: «Esuberi? Non ci voglio pensare»
Il consiglio comunale di Venezia ha approvato il piano industriale del Casinò, che prevede la ricapitalizzazione della società, investimenti e restyling della sede di Ca’ Noghera, a fronte però di un taglio del costo del lavoro di 5,8 milioni di euro. Sullo sfondo anche l’ipotesi di 150 esuberi. «Ma io non ci voglio nemmeno pensare», ha detto il sindaco Luigi Brugnaro. Ieri in Consiglio i sindacati, che avevano abbandonato la trattativa, si sono fatti sentire con urla e insulti.
«Adesso per do milioni de più ghe ne perde’ dieze de scioperi», grida una voce solitaria dopo l’applauso ironico che ha salutato il voto del consiglio comunale. Ieri era il primo giorno di sciopero al Casinò di Venezia e una cinquantina di croupier hanno protestato in maniera molto rumorosa a Ca’ Farsetti contro il piano industriale da 7 milioni, tra ricapitalizzazione della casa da gioco (che avverrà nell’assemblea dei soci di lunedì) e restyling della sede di terraferma a Ca’ Noghera. Un provvedimento che, però, prevede anche la disdetta dall’1 luglio dell’attuale contratto di lavoro, ritenuto troppo vincolante e oneroso, e un suo rinnovo con l’obiettivo di risparmiare 5,8 milioni di euro grazie a un nuovo sistema di premi e a più flessibilità: sullo sfondo, poi, in caso di ulteriore calo di incassi, l’ipotesi della chiusura di Ca’ Vendramin Calergi dall’1 gennaio 2018, con 150 esuberi.
Tra urla e insulti («vergogna», «siete incapaci», «andate a casa», «portateci i clienti»), il sindaco Luigi Brugnaro e l’assessore alle Aziende Michele Zuin hanno però tirato dritto e dopo un paio d’ore di dibattito infuocato la delibera è passata con 22 voti a favore e 11 contrari, senza sorprese. A finire nel mirino dei croupier è stato soprattutto Zuin, l’uomo che «ci ha messo la faccia» in tutta la trattativa, poi finita male: «Menti sapendo di mentire - gli hanno gridato - Stai attento, cafone, maleducato». Il sindaco ha cercato di tendere la mano. «Il Casinò ha dato tanto alla città, ma è stata spolpato ha detto - io ho il massimo rispetto per i lavoratori e abbiamo tentato fino all’ultimo, ma gli accordi si fanno in due». Il brusio dei lavoratori si è però placato quando Brugnaro ha aggiunto che «noi oggi dobbiamo decidere e prenderci le nostre responsabilità, perché ce lo impone la legge,ma non c’è rigidità e futuro potremmo anche correggere la delibera». «Non ci sarà nessun esubero se lavoriamo insieme, è un’ipotesi a cui non voglio nemmeno pensare», ha aggiunto. «Parole che lasciano qualche spiraglio», commenta Enrico Gianolla, della Cisl.
Proprio Gianolla aveva parlato a nome di tutti i croupier: «Il Casinò non è in crisi, ma è vittima di una convenzione troppo onerosa e da un anno è senza condottiero - ha affermato - voi stessi avete ammesso di aver sbagliato con il direttore generale». Quell’Eros Ganzina approdato ad aprile 2016 e liquidato con 70 mila euro a gennaio. Gianolla ha poi ricordato lo sforzo dei lavoratori, che si erano presentati al tavolo con un’ipotesi di taglio del costo del lavoro di 3,8 milioni (il 10 per cento), più flessibilità, più ore di lavoro, un diverso sistema di premi. «Abbiamo avuto senso di responsabilità», ha concluso. «Con questo piano mettiamo in sicurezza il Casinò», ha detto invece Zuin. L’assessore ha avuto uno scontro durissimo sul tema degli esuberi. «Sono un ricatto», gli hanno gridato. «Se fai sciopero è un ricatto», ha replicato, gelido, scatenando la protesta di lavoratori e opposizione: «Lo sciopero è un diritto». «La chiusura di Venezia non ha fondamento giuridico - ha aggiunto Renzo Scarpa (Gruppo Misto) - è messa lì solo per impaurire. Serve invece riaprire il dialogo con i sindacati». Fuoco e fiamme anche con Andrea Ferrazzi, capogruppo del Pd, che insieme a Nicola Pellicani aveva contestato il piano industriale perché privo di una visione di lungo periodo. «E’ inutile sprecare 6 milioni per quel “capannone nel deserto” che è Ca’ Noghera - hanno spiegato - Serve una nuova sede all’interno di un distretto del divertimento: abbiamo le aree del Quadrante, la sede sarebbe a costo zero, ripagata con la loro valorizzazione». «Caro Andrea, io devo vendere i terreni per ripianare gli oltre 100 milioni di euro di debiti che la giunta di cui facevi parte ha lasciato al Casinò», ha replicato Zuin. «La nuova sede la farà chi verrà dopo di noi», ha aggiunto Brugnaro. «Serve un management competente, che va cercato all’estero, a Las Vegas o Macao - ha detto Davide Scano (M5S) - Vanno tagliate le consulenze e razionalizzate le spese». Intanto ieri, mentre Ca’ Vendramin è rimasta chiusa, all’ex Ranch si è potuto giocare alle slot, grazie all’impiego dei quadri: motivo per cui le sigle torneranno al giudice del lavoro contestando il comportamento antisindacale.
Enrico Gianolla (Cisl) Il Casinò non è in crisi ma c’è una convenzione troppo onerosa. Da noi senso di responsabilità