Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Aleida, la figlia di Che Guevara commuove gli studenti del Bo
La voce è vibrante, lo sguardo è fiero, le mani sono irrequiete. E alla fine, gli occhi lucidi. Aleida Guevara March, 56 anni, figlia di Ernesto «Che» Guevara, ha commosso gli studenti e i tanti nostalgici del ‘68 che ieri hanno affollato il teatro Ruzante di Padova per l’incontro sui 50 anni dalla morte del Che, organizzato dal dipartimento di Scienze politiche dell’Università. Dietro al rivoluzionario ucciso in Bolivia nel ‘67 emerge il ritratto di un padre affettuoso: «Quando avevo quattro anni – dice Aleida papà mi teneva in braccio di notte e mi raccontava storie fantastiche. Era molto austero ma una volta mi regalò il peluche di un leone. Durante la guerriglia ha continuato a studiare perché pensava che bisogna apprendere ogni giorno e non ha mai separato la rivoluzione dai sentimenti. Non mi sento speciale perché sono figlia del Che, l’aspetto biologico non mi rende migliore o peggiore degli altri: mi sento speciale perché sono figlia di un amore vero». Aleida, primogenita di quattro fratelli e medico a L’Avana, ha letto alcuni brani del padre: «Dopo l’università si pensa di sapere tutto, ma solo chi si rende utile al popolo diventa un vero professionista. Ingegneri e architetti devono essere capaci di ascoltare per risolvere i problemi della comunità».