Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Boom di contratti a chiamata Fine dei voucher, ad aprile 10 mila nuovi intermittenti: «Ma da soli non bastano»
VENEZIA Cancellati i voucher, il Veneto punta sui contratti di lavoro intermittente. Ad aprile, a un mese dalla decisione del governo di eliminarli, il numero di nuovi contratti atipici si è impennato con un più 366 per cento sull’anno scorso.
«È una forma contrattuale più tutelante – dice il direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone –, in Veneto il mercato del lavoro accessorio conta 170mila lavoratori, di cui 23mila hanno trovato una risposta con l’intermittente, servono nuovi interventi del governo». Dello stesso avviso Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e
Confcommercio Veneto. «Le istituzioni diano una risposta efficace per colmare il vuoto creato dall’abolizione dei voucher», dicono.
All’Agenzia regionale del lavoro bastano pochi numeri per fotografare la situazione: ad aprile in Veneto sono stati attivati oltre 10mila nuovi contratti di lavoro intermittente, nello stesso periodo l’anno scorso erano meno di un terzo. Il numero supera anche il livello massimo il record regionale raggiunto nel giugno 2012, ossia poco prima che una norma nazionale ne limitasse l’applicazione ai soli soggetti in stato di disoccupazione con meno di 25 anni o ultra 55enni.
Da gennaio a metà maggio i nuovi contratti a chiamata sono stati 23mila contro i 10mila degli stessi quattro mesi e mezzo del 2016. Veneto Lavoro è certo che ci sia una relazione con lo stop ai voucher dallo scorso 18 marzo. «L’aumento si è verificato proprio a partire dalla seconda metà di marzo dice Barone -, è il tentativo del mercato di usare gli strumenti che ci sono e adattarsi. Riteniamo che questi contratti siano stati usati soprattutto nel turismo e nel commercio. Si tratta di forme contrattuali con più tutele ma servono ulteriori misure, i voucher nel 2016 erano molti di più».
Lino Stoppani, presidente di Fipe, commenta: «L’eliminazione dei voucher crea gravi difficoltà al nostro settore, manca una valida alternativa per operare con semplicità e legalità». D’accordo Massimo Zanon, presidente di Confcommercio. «Le imprese sono in affanno alla vigilia dell’estate e i lavoratori disoccupati - dice -. Invochiamo uno strumento che, anche se più rigido in controlli e tracciabilità, sia accessibile alle aziende di tutte le dimensioni».
Barone Servono nuovi interventi del governo