Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dall’acuto di Bartali al trionfo di Moser all’Arena di Verona

Nel 1936 si scala per la prima volta il Falzarego. Le vittorie di Coppi, i trionfi di Battaglin e Basso e gli attacchi di Merckx

- di Daniele Rea

È il 1936 ed è la prima volta che il Giro d’Italia passa in Veneto. Si scala il Falzarego e a vincere la tappa è Gino Bartali, non uno qualunque. La corsa rosa, nel corso degli anni, regala altri momenti indelebili, come la cronometro individual­e da Soave a Verona grazie alla quale Francesco Moser recupera lo svantaggio su Laurent Fignon e vince il suo unico Giro d’Italia tra il tripudio dei suoi tifosi che lo aspettavan­o all’Arena.

Quante sono le grandi imprese legate al Veneto, nella storia del Giro? Tantissime, impossibil­e ricordarle tutte. Alcune però restano scolpite nella memoria, segnano in maniera indelebile il rapporto strettissi­mo tra il Veneto, la bicicletta, il ciclismo fatto sport e la fatica.

Da dove partire? Da lontano ma non troppo, in quel battito di ciglia che sono cento edizioni della corsa in rosa. Nel 1936, per esempio, si scalano per la prima volta le Dolomiti. Si sale, certo, ma come? Per bici i ciclisti hanno un cancello, ruote piene che scoppiano a ogni sasso aguzzo, strade sterrate e cambio a bacchetta che costringe a contorcers­i in sella come una salamandra per mettere la catena sul rapporto adatto. Il primo passo dolomitico ad essere affrontato è il Falzarego e passa per primo, manco a dirlo, Gino Bartali, che andrà poi a vincere la corsa davanti a Giuseppe Olmo. Dieci anni dopo, nel primo Giro dopo la tragedia della Guerra mondiale, è subito duello tra Coppi e Bartali: sulle Dolomiti è il piemontese ad attaccare, a Pocol e sul Falzarego: arriva primo sul traguardo di Bassano ma Bartali riuscirà a tenere la maglia rosa fino all’ultima tappa per soli 47 secondi. Nel 1948 un «caso» che si trascinò dietro polemiche infinite. Tappa Cortina-Trento, Coppi si scatena sul Pordoi e va a vincere la tappa, la sua squadra accusa Magni, in rosa, di aver ricevuto spinte irregolari lungo i tornanti del passo dolomitico: reclamo, penalizzaz­ione di due minuti a Magni che però resta primo nella generale. La Bianchi ritiene che non basti e fa ritirare Coppi e tutta la squadra dal Giro, che sarà poi vinto proprio da Fiorenzo Magni, il primo dei tre nel palmares del pratese.

Nei primi anni ‘80 per due volte l’incantevol­e scenario dell’Arena di Verona incorona il vincitore del Giro, sul medesimo tracciato, con i 42 km da Soave. Nel 1981 è il vicentino Giovanni Battaglin ad entrare in Arena con la maglia rosa addosso, dopo averla conquistat­a nelle ultimissim­e tappe di montagna e difesa sulle Tre Cime di Lavaredo. Tre anni dopo, nel 1984, sempre nella crono con arrivo in Arena è Francesco Moser a «bruciare» il percorso contro il tempo strappando l’insegna del primato al francese Laurent Fignon. Un trionfo in un bagno di folla incredibil­e, con immagini che resteranno fisse nella memoria di chi c’era e di chi seguì quell’ultima, drammatica cronometro, dalla television­e. E nel 2010 fu Ivan Basso a trionfare al Giro davanti allo spagnolo Arroyo, con l’ultima tappa in Arena, ancora una cronometro ma questa volta tutta cittadina e di soli 15 chilometri.

E poi non poteva mancare il timbro di Eddy Merckx sulle tappe in Veneto che sono entrate, in qualche modo, nella storia della corsa in rosa. Nel 1968, in una giornata da tregenda, il fuoriclass­e belga attacca sulla salita che porta ai piedi delle Tre Cime e nonostante neve e freddo infligge distacchi abissali agli avversari: Motta e Zilioli arriverann­o dopo quattro minuti, Gimondi dopo sei minuti. Altri arrivi seguiranno lungo una delle erte più difficili delle Dolomiti, capace di stroncare anche gli scalatori migliori del gruppo. Nel 2013, per arrivare a giorni più vicini, le Tre Cime hanno offerto un replay di quella giornata del 1968: neve e ghiaccio lungo tutti i passi alpini, tappa accorciata da parte delle direzione di corsa ma arrivo sulle Tre Cime «salvo» grazie a un lavoro immane di uomini e mezzi spazzaneve: primo al traguardo VIncenzo Nibali, ma questa è già quasi cronaca...

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Nel 1984 Lo storico arrivo in Arena di Francesco Moser che nella tappa a cronometro finale recupera lo svantaggio sul francese Laurent Fignon e vince il Giro d’Italia nel delirio dei suoi tifosi presenti in massa dentro l’Arena Gli anni Il Giro...

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