Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bici, selle e scarpe Grandi aziende e fatturati record
Non solo atleti Il Veneto patria di grandi aziende che legano il proprio marchio al ciclismo. Dalla Pinarello alla Wilier senza dimenticare Sidi per le calzature e Campagnolo per la tecnologia. E i fatturati sono da record
Il Veneto e il ciclismo, una storia consolidata che va ben oltre la sola pratica sportiva. Venete sono infatti molte aziende che sono leader nel comparto ciclistico. Dai costruttori di biciclette Pinarello e Wiler, per passare ai marchi che realizzano caschi, abbigliamento, selle e calzature, per finire con la vicentina Campagnolo, l’azienda che ha fatto entrare per prima l’alta tecnologia nele due ruote.
Le bici Pinarello Ora può contare sull’appoggio del fondo d’investimento americano L Catterton La Campagnolo Ha 110 milioni di fatturato, con l’80% della produzione per il mercato estero
Biciclette, ruote, componenti meccanici, abbigliamento e accessori come caschi, occhiali e scarpe, senza dimenticare le selle, hanno origine in Veneto che, senza tema di smentita, può essere considerato il cuore dell’industria delle due ruote. Nel 2015 in Italia si sono prodotte 2,7 milioni di biciclette, di cui 1,7 milioni destinati alle esportazioni, con un mercato in forte rinnovamento, che vale circa 800 milioni di euro e riguarda 250 aziende. Nella fascia alto di gamma si trovano le aziende con forte connotazione artigiana, quelle nate come botteghe di ex corridori, molte delle quali hanno radici in Veneto e sono le aziende che con la loro ricerca e sviluppo tengono in alto il Made in Italy nel mondo.
A Treviso si trova la Pinarello, azienda leader nella produzione di biciclette di alta gamma, sulle cui due ruote il britannico Chris Froome ha dominato gli ultimi due Tour de France e che ogni appassionato di due ruote sogna un giorno di possedere. Capitanata da Fausto Pinarello, figlio del fondatore Giovanni Pinarello, storica maglia nera degli anni ’50, la Pinarello ha un fatturato di oltre 50 milioni di euro con 48 dipendenti e da qualche mese può contare sull’appoggio del fondo d’investimento americano L Catterton, fondo di private equity del gruppo LVMH, proprietario di grandi marchi del lusso come Louis Vuitton. «L’ultimo anno abbiamo chiuso con una produzione di 30mila telai, il 35% della F8 il top di gamma della collezione, ora affiancato dalla nuova nata la F10, al debutto sulle strade del Giro con il team Sky», racconta Fausto Pinarello. Un grande balzo per un‘azienda che nel 2003 fatturava appena 8 milioni di euro. «I nostri mercati di riferimento sono gli Usa e il Giappone con una forte crescita di tutto il Far East, con oltre il 90% di fatturato fatto all’estero».
A Rossano Veneto, in provincia di Vicenza, si trova un altro storico marchio delle due ruote, la Wilier triestina, casa fondata nel 1906 e ora diretta dalla famiglia Gastaldello. Conosciuta per le sue biciclette ramate, Wilier non è altro che l’acronimo del motto Wiva l’Italia libera e redenta, ora è in gruppo al Giro con una squadra che porta il suo nome, Wilier-Selle Italia, con il vicentino Filippo Pozzatto come atleta di punta. «I nostri atleti al Giro dispongono di 3 bici più una da cronometro, Pozzato ne ha una personalizzata tutta ramata - sottolinea Luca Violetto, responsabile comunicazione dell’azienda – Wilier è presente in 45 mercati internazionali, con un fatturato di 50 milioni di euro e con una produzione di oltre 35mila biciclette».
Tra le provincia di Treviso e Vicenza si trovano invece le più importanti aziende produttrici di selle per bicicletta. Selle Bassano, Fizik – Selle Royal, SMP, e la più grande e la più conosciuta Selle Italia – Selle San Marco di Giuseppe Bigolin, che proprio in questi giorni festeggia i 120 anni di storia. In pratica la quasi totalità dei ciclisti presenti al Giro siede su una sella prodotta in Veneto. «Sono cinque le squadre con le nostre selle - racconta Bigolin, 76 anni e ancora a capo dell’azienda – il 90% della nostra produzione, oltre 1,3 milioni di pezzi è destinato all’esportazione e nell’ultimo esercizio abbiamo fatturato più di 20 milioni di euro. Le prospettive? Rosee».
Ma il Veneto delle due ruote è anche caschi e occhiali come la trevigiana Rudy Project, abbigliamento come la bellunese Manifattura di Valcismon che produce i marchi Castelli e Sportfull, indossati tra gli altri dal Team Sky e dalla Nazionale italiana. Il Veneto però è soprattutto leader nelle produzione di scarpe con marchi storici come Diadora, DMT, Northwave, Gaerne e soprattutto Sidi. La nota azienda di Maser nel trevigiano, ai piedi di Nibali, Pozzato, del britannico Froome è presente in ben 16 dei 22 team partecipanti alla corsa rosa. Sidi è Dino Signori, che negli anni ’60 produce le sue prime calzature sportive da montagna e negli anni ’70 si lancia nella produzione delle scarpe da ciclismo e stivali da moto ed ora è leader indiscusso di un mercato che deve competere con la forte concorrenza dei prodotti dell’estremo oriente. L’azienda trevigiana, da lavoro a 70 dipendenti nello stabilimento di Maser più altri 250 nello stabilimento in Romania e tra i tanti successi può vantare ben 13 Tour de France. «Il primo a vincere fu Fignon, poi venne Indurain e in epoca più recente Sastre, Contador e ora Froome– racconta Signori – difficile quantificare quanto questi successi portino in termini di vendite, certo è che la visibilità che danno al nostro prodotto questi atleti è enorme».
La storia della bicicletta non può fare a meno di un altro marchio nato in Veneto come Campagnolo, produttore di ruote e componenti per bicicletta di alta gamma. L’azienda vicentina fondata negli anni ’30 da Tullio Campagnolo, è stata artefice di alcune delle più importanti innovazioni che hanno fatto delle bicicletta un mezzo ad alta tecnologia. Oggi Campagnolo e Fulcrum (produzione di ruote) hanno 1.000 dipendenti suddivisi tra il sito di Vicenza e altri stabilimenti tutti in Europa, 110 milioni di fatturato, con l’80% della produzione per il mercato estero distribuita in più di 60 paesi.