Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Rifiutò la chemio, i genitori scrivono al pm: «Accuse su bugie e pregiudizi»
La figlia rifiutò la chemio, oggi sono indagati: «Cavalcate l’onda emotiva»
Gli avvocati che difendono dall’accusa di omicidio colposo i genitori di Eleonora Bottaro - la padovana morta di leucemia dopo aver rifiutato la chemio - in un memoriale criticano pesantemente sia l’atteggiamento dei medici che quello della procura.
Ventuno pagine consegnate al pm Valeria Sanzari. Una memoria difensiva per denunciare «i preconcetti del procuratore di Padova» e la «mancanza di sensibilità mostrata dal personale medico e paramedico, a partire da quello del Reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale».
I genitori di Eleonora Bottaro, la diciottenne morta di leucemia dopo aver rifiutato la chemioterapia, passano al contrattacco. E lo fanno replicando punto su punto alla procura che accusa entrambi di omicidio colposo perché «impedivano la somministrazione di idonea terapia». La loro colpa? Aver educato la figlia a credere a ciarlatani come il dottor Ryke Hamer, pseudoscienziati che propongono medicine alternative o teorie sulle malattie come «rigenerazione». E così facendo «ingeneravano in Eleonora il falso convincimento che la terapia chemioterapica fosse addirittura dannosa».
La storia della studentessa di Bagnoli di Sopra, è nota: la scosiva perta della malattia, il rifiuto della chemio, il trasferimento in una struttura sanitaria svizzera, le cure a base di vitamina C e, infine, la morte il 29 agosto 2016.
Nella memoria - depositata in procura dagli avvocati Roberto Mastalia e Raffaella Giacomin - è riassunta la linea difen- di Lino Bottaro e di sua moglie Rita. Ed è una presa di posizione molto dura nei confronti di medici e investigatori. Si parte criticando la scelta della procura di Padova di diffondere la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati dei coniugi attraverso un comunicato stampa. «L’anomalia del provvedimento - si legge - è connessa al fatto, innegabile, che una procura abbia ritenuto necessario “cavalcare” l’onda emotiva a suo tempo costruita artificiosamente dai media sulla vicenda di Eleonora al fine di ricercare consenso».
Si passa poi a sostenere che la colpa dell’iniziale rifiuto della chemio - che avvenne quando Eleonora era ancora minorenne - non può essere addossata ai genitori visto che «era una ragazza intelligente, matura, sensibile, perfettamente in grado di comprendere la gravità della patologia che l’aveva colpita, una ragazza perfettamente consapevole del rapporto rischi-benefici sia del trattamento chemioterapico sia del rifiuto dello stesso». Insomma, sapeva quel che faceva. Ma il punto, per i coniugi Bottaro, è soprattutto un altro: «Le scelte che investono problematiche etiche e morali non dovrebbero trovare spazio nè in ambito medico né in quello giuridico».
Nella memoria, i genitori definiscono «pieno di imprecisioni, contraddizioni e circostanze non veritiere» il parere del Comitato etico dell’ospedale, e sostengono che sulle scelte delle figlia abbia pesato anche «l’atteggiamento apertamente ostile mostrato nei confronti suoi e dei suoi familiari dai medici e dal personale di Oncoematologia di Padova». Una «mancanza di sensibilità» dimostrata, ad esempio, dal fatto che i dottori rivelarono a Eleonora la malattia nel giorno in cui ricorreva il terzo anniversario dalla morte di suo fratello. Una «funesta coincidenza» che ha «compromesso non solo i rapporti con i sanitari del reparto ma altresì la fiducia stessa nella diagnosi e nella conseguente terapia».
Si passa poi a mettere in discussione
Se passa la linea dei pm, si processino i genitori di bulli e tossici
Eleonora sapeva i rischi che comportava il rifiuto della chemio
l’efficacia delle cure proposte dall’ospedale, ricordando «un recente studio inglese che indica un 50% di decessi riconducibili a carcinoma e il restante 50% di decessi riconducibili alle chemio». Peccato che, nella bozza della memoria ottenuta dal Corriere del Veneto, non sia specificato a quale studio si riferiscano. «La medicina non è matematica - prosegue il documento - per cui non vi è alcuna certezza nè in ordine alle reali cause del decesso di Eleonora nè al fatto che, se si fosse sottoposta alla chemio, sarebbe guarita».
Una stoccata anche al procuratore Matteo Stuccilli che, indicando i genitori come seguaci di Hamer, ha «acriticamente perseguito una sua opinione, un suo preconcetto, ma senza avere contezza di cosa sia la Nuova medicina germanica di Hamer e i suoi “rimedi”».
L’ultimo punto è quello più importante perché andrà a costituire l’ossatura della difesa: non si può mettere sotto processo l’educazione. Se passasse la linea dei pm - scrivono gli avvocati Mastalia e Giacomin - allora «dovrebbero essere sottoposti a indagine tutti i genitori che hanno figli che delinquono, bulli, che fanno uso di droghe o affetti da disturbi alimentarli, per il solo fatto che, evidentemente, non sono stati in grado di fornire ai propri figli l’insegnamento ritenuto eticamente e moralmente corretto».