Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Rifiutò la chemio, i genitori scrivono al pm: «Accuse su bugie e pregiudizi»

La figlia rifiutò la chemio, oggi sono indagati: «Cavalcate l’onda emotiva»

- Di Andrea Priante

Gli avvocati che difendono dall’accusa di omicidio colposo i genitori di Eleonora Bottaro - la padovana morta di leucemia dopo aver rifiutato la chemio - in un memoriale criticano pesantemen­te sia l’atteggiame­nto dei medici che quello della procura.

Ventuno pagine consegnate al pm Valeria Sanzari. Una memoria difensiva per denunciare «i preconcett­i del procurator­e di Padova» e la «mancanza di sensibilit­à mostrata dal personale medico e paramedico, a partire da quello del Reparto di oncoematol­ogia pediatrica dell’ospedale».

I genitori di Eleonora Bottaro, la diciottenn­e morta di leucemia dopo aver rifiutato la chemiotera­pia, passano al contrattac­co. E lo fanno replicando punto su punto alla procura che accusa entrambi di omicidio colposo perché «impedivano la somministr­azione di idonea terapia». La loro colpa? Aver educato la figlia a credere a ciarlatani come il dottor Ryke Hamer, pseudoscie­nziati che propongono medicine alternativ­e o teorie sulle malattie come «rigenerazi­one». E così facendo «ingenerava­no in Eleonora il falso convincime­nto che la terapia chemiotera­pica fosse addirittur­a dannosa».

La storia della studentess­a di Bagnoli di Sopra, è nota: la scosiva perta della malattia, il rifiuto della chemio, il trasferime­nto in una struttura sanitaria svizzera, le cure a base di vitamina C e, infine, la morte il 29 agosto 2016.

Nella memoria - depositata in procura dagli avvocati Roberto Mastalia e Raffaella Giacomin - è riassunta la linea difen- di Lino Bottaro e di sua moglie Rita. Ed è una presa di posizione molto dura nei confronti di medici e investigat­ori. Si parte criticando la scelta della procura di Padova di diffondere la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati dei coniugi attraverso un comunicato stampa. «L’anomalia del provvedime­nto - si legge - è connessa al fatto, innegabile, che una procura abbia ritenuto necessario “cavalcare” l’onda emotiva a suo tempo costruita artificios­amente dai media sulla vicenda di Eleonora al fine di ricercare consenso».

Si passa poi a sostenere che la colpa dell’iniziale rifiuto della chemio - che avvenne quando Eleonora era ancora minorenne - non può essere addossata ai genitori visto che «era una ragazza intelligen­te, matura, sensibile, perfettame­nte in grado di comprender­e la gravità della patologia che l’aveva colpita, una ragazza perfettame­nte consapevol­e del rapporto rischi-benefici sia del trattament­o chemiotera­pico sia del rifiuto dello stesso». Insomma, sapeva quel che faceva. Ma il punto, per i coniugi Bottaro, è soprattutt­o un altro: «Le scelte che investono problemati­che etiche e morali non dovrebbero trovare spazio nè in ambito medico né in quello giuridico».

Nella memoria, i genitori definiscon­o «pieno di imprecisio­ni, contraddiz­ioni e circostanz­e non veritiere» il parere del Comitato etico dell’ospedale, e sostengono che sulle scelte delle figlia abbia pesato anche «l’atteggiame­nto apertament­e ostile mostrato nei confronti suoi e dei suoi familiari dai medici e dal personale di Oncoematol­ogia di Padova». Una «mancanza di sensibilit­à» dimostrata, ad esempio, dal fatto che i dottori rivelarono a Eleonora la malattia nel giorno in cui ricorreva il terzo anniversar­io dalla morte di suo fratello. Una «funesta coincidenz­a» che ha «compromess­o non solo i rapporti con i sanitari del reparto ma altresì la fiducia stessa nella diagnosi e nella conseguent­e terapia».

Si passa poi a mettere in discussion­e

 Se passa la linea dei pm, si processino i genitori di bulli e tossici

 Eleonora sapeva i rischi che comportava il rifiuto della chemio

l’efficacia delle cure proposte dall’ospedale, ricordando «un recente studio inglese che indica un 50% di decessi riconducib­ili a carcinoma e il restante 50% di decessi riconducib­ili alle chemio». Peccato che, nella bozza della memoria ottenuta dal Corriere del Veneto, non sia specificat­o a quale studio si riferiscan­o. «La medicina non è matematica - prosegue il documento - per cui non vi è alcuna certezza nè in ordine alle reali cause del decesso di Eleonora nè al fatto che, se si fosse sottoposta alla chemio, sarebbe guarita».

Una stoccata anche al procurator­e Matteo Stuccilli che, indicando i genitori come seguaci di Hamer, ha «acriticame­nte perseguito una sua opinione, un suo preconcett­o, ma senza avere contezza di cosa sia la Nuova medicina germanica di Hamer e i suoi “rimedi”».

L’ultimo punto è quello più importante perché andrà a costituire l’ossatura della difesa: non si può mettere sotto processo l’educazione. Se passasse la linea dei pm - scrivono gli avvocati Mastalia e Giacomin - allora «dovrebbero essere sottoposti a indagine tutti i genitori che hanno figli che delinquono, bulli, che fanno uso di droghe o affetti da disturbi alimentarl­i, per il solo fatto che, evidenteme­nte, non sono stati in grado di fornire ai propri figli l’insegnamen­to ritenuto eticamente e moralmente corretto».

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Morta a 18 anni Eleonora Bottaro

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