Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Medici radiati, famiglie e attivisti Migliaia al corteo dei no vax

Venezia, in duemila per la libertà di scelta nelle scuole: «No ai divieti». Sul palco spuntano due medici radiati

- VENEZIA Bertasi

«Noi non siamo contro le vaccinazio­ni, ma contro le leggi che le obbligano, anche per gli altri». Slogan e palloncini arancioni al corteo del popolo no vax, a Venezia. Medici radiati, attivisti e famiglie: in migliaia hanno protestato contro la legge invocando «libertà di scelta». Dal palco i leader del movimento Corvelva hanno lanciato un ultimatum politico: votare alla prossime elezioni solo chi avrà al primo punto del programma la cancellazi­one dell’obbligo vaccinale.

Morbillo In Veneto intanto però le infezioni sono passate da 33 a 280 in un anno

«L-i-b-e-r-t-à», scandita e urlata a squarcia gola per ore, senza tregua, se non per ascoltare (e registrare con lo smartphone) i loro leader e punti di riferiment­o scientific­i dal palco, una barca accostata alla riva del piazzale della stazione ferroviari­a di Santa Lucia, a Venezia. La «libertà» tanto invocata ieri da circa duemila persone è quella dall’obbligo dei vaccini e i toni, dall’imbarcazio­ne-palco, erano tutt’altro che tiepidi: «I vaccini sono un diktat di Washington impostoci da un governo illegittim­o», ha tuonato Gianni Lannes, autore di «Vaccini dominio assoluto».

Ieri, il popolo arancione dei no-vax è sbarcato a Venezia da tutto il Veneto, mamme e papà con i figli al seguito, qualche nonno, pochi i giovani under 30. Ogni manifestan­te era «marchiato» con adesivo conta persone, distribuit­o agli accessi del piazzale dai volontari. Obiettivo? Restituire la verità no-vax «censurata dai media», come hanno spiegato dal palco i promotori, per cui gli adesivi distribuit­i superavano la quota 5 mila (per la Questura, c’erano tra le 1.500 e le 2 mila persone).

«Questo corteo è l’epilogo di un’estate di mobilitazi­one, non siamo contro i vaccini, ma contro l’obbligo, io ho vaccinato mio figlio ma l’ho ritirato dall’asilo per questa legge ingiusta: siamo un popolo eterogeneo che vuole che sia rispettata la libertà di scelta», ha detto Mattia Marchi, coordinato­re di Corvelva, una delle associazio­ni di riferiment­o dei no-vax.

Applauditi come star, due medici radiati dall’albo, Dario Miedico e il padovano Paolo Rossaro. «Sono medico legale e ho seguito centinaia di cause ha detto Miedico -, i bambini sono vittime innocenti». Miedico, ieri, ha proposto un ultimatum alla politica: «Alle prossime elezioni votiamo solo chi avrà al primo punto del programma la cancellazi­one dell’obbligo vaccinale», ha suggerito tra gli applausi. Miedico è certo che dietro ai vaccini ci siano interessi altri dalla salute, «ogni anno in Africa muoiono 500 mila bambini di malaria ma nessuno si è mai impegnato per cercare un vaccino, perché? In Africa non ci sono soldi, non c’è guadagno».

Rossaro, per raggiunger­e il barcone, ha dovuto scavalcare passeggini, adulti e bimbi seduti per terra, divincolar­si tra decine di manifesti («Giornalism­o vergogna», «In futuro si vaccinerà per ostacolare le inclinazio­ni spirituali», «Libertà di scelta» e «Lorenzin assassina», si leggeva sui cartelli) ma una volta arrampicat­osi sul palco - «speriamo di non cadere», ha esordito - è calato il silenzio e sono partite le registrazi­oni delle sue parole. «Se qualcuno vi dirà che vostro figlio è un untore, portatelo per strada e ripetete: “mio figlio è una persona libera” - ha detto -, se una legge è ingiusta, bisogna disobbedir­e». Nessuno, ieri, ha citato la Regione Veneto e il suo decreto, poi ritirato, che spostava al 2019 l’obbligo vaccinale. Nemmeno è stato citato il boom di casi di morbillo, passati da 33 nel 2016 a 288 quest’anno.

I contrari al decreto Lorenzin sposano la teoria della disobbedie­nza civile di David Thoreau e intendono praticarla in ogni modo possibile. «Cogliamo l’occasione per cambiare sistema - hanno detto i promotori del corteo -, stanno nascendo come funghi progetti educativi sani, non come la buona scuola che crea robot». Tra interventi di sostenitor­i internazio­nali della causa no-vax, autori di pamphlet e testimonia­nze di genitori («Mio figlio è morto per i vaccini, i medici disconosco­no i veri problemi», ha detto Concetta Maiello), il popolo arancione ha dettato la linea futura: boicottagg­io della legge Lorenzin «senza se e senza ma». Poco prima delle 19, un lungo serpentone di famiglie ha percorso il ponte degli Scalzi per dirigersi in campo Santa Margherita e da lì alla basilica della Salute. E le mamme e i papà promettono che non è che l’inizio della loro battaglia.

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