Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Droga acquistata online con bitcoin

Tre arrestati dai carabinier­i. Allarme per lo spaccio di sostanze sconosciut­e

- VENEZIA Biral

Si chiama «deep web» o «darknet». Entrarci non è facile se non si è esperti di web ma, una volta dentro, essere rintraccia­ti è quasi impossibil­e. Ed è lì che alcuni ragazzini, poi arrestati dai carabinier­i di Portogruar­o, avevano fatto acquisti: mdma, marijuana e speed. Primo a finire nei guai, due giorni fa, A.R., 23enne di Cinto Caomaggior­e con 100 grammi di mdma in casa. Li aveva acquistati su internet e se li era fatti inviare con una normale spedizione postale.

Si chiama «deep web» o «darknet». Entrarci non è facile per chi non è un esperto del web ma, una volta dentro, essere rintraccia­ti è quasi impossibil­e. All’interno di quel mondo che ormai non è più così tanto oscuro del deep web si trova di tutto: dalle armi alla droga. E proprio qui alcuni ragazzini — che sono stati arrestati dai carabinier­i del nucleo operativo e radiomobil­e di Portogruar­o — avevano fatto acquisti: Mdma, metanfetam­ina, marijuana e anche speed. Una sostanza, quest’ultima, composta di caffeina e anfetamine che riduce la stanchezza e l’appetito e provoca un aumento del battito cardiaco che può portare all’infarto. Il primo a finire nei guai, due giorni fa, è stato A.R., 23enne di Cinto Caomaggior­e che a casa aveva cento grammi di Mdma. Li aveva acquistati su internet, facendosel­i poi spedire via posta. Perché è così che funziona. Si entra nel deep web e si naviga in incognito. A volte gli «spacciator­i virtuali», per destare meno sospetti, si nascondono dietro ad annunci fasulli. Libri, cd e altro materiale che, in realtà, è droga. Chi conosce gli «inserzioni­sti» va sul sicuro, gli altri si affidano alle descrizion­i dirette, con tanto di foto. Si creano i contatti e si paga con l’unico sistema ammesso, il Bitcoin, la moneta virtuale creata nel 2009 da un programmat­ore che utilizzò lo pseudonimo Satoshi Nakamoto. I Bitcoin si comprano tramite alcuni software, pagando, ma c’è anche chi li acquista di persona per restare ancora più anonimo. Il mercato della droga online è triplicato negli ultimi anni, con la moneta virtuale si può comprare di tutto e con meno rischi della strada. C’è la cocaina pura all’84 per cento che viene venduta a 70 euro al grammo, contro gli 80 che si sborsano per quella tagliata. C’è ogni tipo di droga, a cominciare dalla marijuana che costa fino a cinque euro in meno rispetto all’acquisto dal pusher di fiducia. Ma ci sono anche proposte nuove e mai provate. Da tempo gli esperti del settore lanciano l’allarme sulle droghe sintetiche

Shopping I giovani avevano Mdma, metanfetam­ina e speed

che si acquistano on line, le cui sostanze sono spesso sconosciut­e, con effetti dirompenti su chi li assume. Sostanze sconosciut­e anche ai medici chiamati magari a soccorrere ragazzi ignari di cosa hanno assunto davvero.

Il giovane di Cinto aveva acquistato Mdma, ma gli altri ragazzi scoperti dai carabinier­i di Portogruar­o avevano comprato diversi tipi di sostanze da rivendere. Si tratta di una 19enne di Zoppola, A.C., e di un 24enne di Caneva, M.D.L., oltre a un 24enne pordenones­e, L.F. A casa dei primi due, a Cordenons, i militari hanno trovato, in un cassonetto di una finestra, tre chili di marijuana e alcune dosi di eroina, oltre a un bilancino, ritagli di cellophane e mille euro. Nel frigo di F.L., invece, c’erano 70 grammi di metanfetam­ina. Ad aggravare la posizione del giovane c’è il fatto che quando i militari sono arrivati a casa stava «tagliando» la droga con fecola di patate e aveva confeziona­to tre sacchetti di speed con parte della metanfetam­ina trovata a casa del 23enne di Cinto. Il sospetto degli investigat­ori è che tutti acquistass­ero le sostanze su internet per rivenderle. Il pm di Pordenone Nicola Russo ha disposto la custodia in carcere per la coppia di Cordenons e gli arresti domiciliar­i per il 24enne.

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In crescita Il mercato delle sostanze stupefacen­ti acquistate on line è triplicato negli ultimi tre anni. Gli esperti lanciano l’allarme di sostanze sintetiche sconosciut­e

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