Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Toscani: «Troverò l’intellighe­nzia tra i clandestin­i»

Il personaggi­o Il fotografo dovrà rilanciare il marchio in crisi: «Resta unico al mondo» Oliviero Toscani torna al fianco di Luciano Benetton per una nuova campagna «L’integrazio­ne è la sfida del futuro, a sinistra tanti cretini Una risata seppellirà i no

- Di Marco Bonet

«Andremo a trovare l’intellighe­nzia tra i clandestin­i, quelli che i veneti non amano». Oliviero Toscani racconta la sua nuova collaboraz­ione con Benetton.

«Chi è?»

Oliviero Toscani buongiorno, sono un giornalist­a del Corriere del Veneto.

«Oddio che palle, ancora voi giornalist­i? Ma cosa avete lì in Veneto in questi giorni? Siete tutti agitati, state calmi».

Oliviero Toscani torna al fianco di Luciano Benetton, si ricompone la coppia che ha rivoluzion­ato la moda e la pubblicità negli anni Ottanta e Novanta: è una notizia, non le pare?

«Bah, non c’è proprio nessun “ritorno”, sono tornato in Veneto tante di quelle volte senza che voi vi accorgeste di nulla…».

Ma questa volta c’è un contratto, ci sono le firme, la collaboraz­ione è formalizza­ta, mica parliamo di una cena tra amici.

«Sì, si tratta di una collaboraz­ione nuova, importanti­ssima, e le assicuro che ci divertirem­o, altroché se ci divertirem­o. Di idee in testa ne ho talmente tante...».

Ce ne racconti un paio.

«E certo, vengo ad anticiparl­e a lei... ma si figuri! Le dico solo questo: andremo a trovare l’intellighe­nzia tra i clandestin­i, quelli che non piacciono a Salvini, quelli che i veneti non amano. C’è tanta gente intelligen­te anche lì in mezzo, sa?».

Non ne dubito.

«Più di Salvini di sicuro».

Ha risolto il suo tormentato rapporto con il Veneto?

«Macché tormentato».

Beh insomma, l’ultima volta litigò con Zaia e finì a querele con alcuni cittadini.

«Zaia può solo ringraziar­e me se è stato rieletto nel 2015, quando dissi che i veneti sono tutti

imbriaghi (accadde durante una trasmissio­ne radiofonic­a, quattro veronesi si sentirono diffamati e lo querelaron­o, la Cassazione confermò l’archiviazi­one decisa in appello, ndr.). Mi rin- graziò perfino lui, mi disse: “Sai Oliviero, mi hai fatto rieleggere tu”».

Lei torna a Ponzano in un momento di grande difficoltà per il marchio Benetton. Come pensa di rilanciarl­o?

«Ci sono delle difficoltà, logico, ma il valore del marchio c’è ancora tutto, è sempre lì, non c’è niente da rilanciare. Benetton è il marchio più etico al mondo, me ne indichi un altro se le viene in mente».

Sotto questo aspetto anche Benetton è stato al centro di polemiche, penso ai Mapuche, nella Patagonia argentina, o al crollo del Rana Plaza di Savar in Bangladesh.

«Eh vabbè insomma, avranno i loro guai come tutti, poi c’è la stampa che come al solito ingrandisc­e qualunque cosa quando magari non si tratta nemmeno di fatti così gravi».

Ci attendono nuove campagne choc?

«Campagne choc... macché choc, choc un caz...!, io non ho choccato proprio nessuno, ho anticipato i tempi, smettiamol­a con queste banalità, diciamo cose intelligen­ti per favore sennò riattacco subito».

Mettiamola così: è ancora possibile provocare, rompere schemi e pregiudizi, in un’epoca in cui la pubblicità ha già oltrepassa­to molti limiti?

«Tanti cercano di avere idee nuove. Ma non ce la faranno mai. Non basta cercare, si deve fare, io voglio il risultato. E poi se cerchi le idee, significa che non ne hai. Noi le abbiamo, non copieremo né quello che fanno gli altri né quello che abbiamo già fatto noi in passato. La prossima campagna Benetton sarà tutta nuova».

Nel 1990 fondò Colors, la rivista globale. Oggi dominano Facebook, Instagram, Google. Il passaggio dalla carta alla Rete la preoccupa?

«No. A cambiare sono solo le tecnologie, le piattaform­e. Per me conta il concetto, non il mezzo attraverso cui lo trasmetto».

C’è un tema, oggi, che le sta particolar­mente a cuore?

«Il problema del mondo è l’integrazio­ne. Il futuro si giocherà tutto su questo, sull’intelligen­za “integrativ­a”, quella che integra, unisce, apprezza la diversità e non ha paura».

Il parlamento ha appena insabbiato lo ius soli.

«Lo ius soli è un diritto umano! Senta, tutti voi veneti volete il Rolex, giusto?».

No.

«Va bene, tutte le belle ragazze (ma lui predilige un termine più strong, ndr.) vogliono il Rolex. Bene, il Rolex è prodotto in un Paese extra comunitari­o (la Svizzera, ndr.), però il Rolex, che è un orologio, può circolare liberament­e per il mondo, mentre io, che sono un essere umano, no. Le pare civile questo? Se l’uomo non è libero di muoversi non c’è giustizia né civiltà».

Il ministro dell’Interno Marco Minniti, che ha arrestato i flussi dalla Libia, è uomo dalla solida storia di sinistra.

«Ma che me ne frega, lei non sa quanti cretini ci sono a sinistra. Per carità, di là ce ne sono ancora di più, anzi di là lo sono proprio tutti, ma anche di qua ce n’è qualcuno».

Farebbe una campagna a favore dei vaccini?

«Il Veneto che dice no ai vaccini si farà ridere dietro da tutti, in futuro. Pensi a quando diranno: “Ti ricordi quando i veneti non volevano vaccinarsi?”. E rideranno».

Quella dei No-Vax non è una battaglia di libertà?

«Ma quale libertà? Se si va in macchina si deve tenere la destra, andare contromano non è libertà. Ci sono delle regole, chi non si vaccina inquina gli altri. Sa che le dico? Voi veneti non vaccinatev­i, state lì con Zaia, chiudetevi nel vostro ghetto, imbriagate­vi e non rompete più le palle. Sa qual è il vostro problema? Siete diventati ricchi troppo in fretta».

Ma che c’entra?

«Le ho detto anche troppo. Verrò a Ponzano, la campagna partirà presto, sia paziente e non abbia fretta. Arrivederc­i».

Il Veneto e i veneti Zaia deve ringraziar­mi, con la storia dei veneti imbriaghi gli ho fatto rivincere le elezioni. Voi volete tutti il Rolex, vi siete arricchiti troppo in fretta

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1982 È l’anno in cui cominciò la collaboraz­ione tra il fotografo Oliviero Toscani e Luciano Benetton (a sinistra). Durerà fino al 2000 rivoluzion­ando il rapporto tra moda e pubblicità

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