Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Medici di base contro Palazzo Balbi
Centinaia di medici uniti, pronti a portare avanti la loro battaglia. È quanto si è visto ieri all’hotel Crowne Plaza di Padova dove si è tenuta un’assemblea convocata dalle quattro sigle sindacali coinvolte nella protesta contro la Regione, vale a dire Fimmg, Snami, Smi e Suma – Intesa sindacale. «Parliamo di almeno 700 medici, ma forse anche di più – precisa Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg -. Una dimostrazione di unità: eravamo tutti lì per ribadire che non ritireremo lo sciopero». Martedì 19, infatti, i medici del Veneto metteranno in pratica la prima delle 29 giornate di protesta organizzate da qui a maggio. Diversi i motivi di scontento tra i dottori, tra cui la mancata attivazione delle medicine di gruppo integrate e l’affidamento degli ospedali di comunità a strutture ospedaliere convenzionate. Ad aprire le danze sarà lo sciopero delle ricette: per due giorni (e il copione si ripeterà il 26 e 27 settembre e dal 10 al 12 ottobre), i medici forniranno ai propri pazienti le sole ricette rosse, senza inviarle per via informatica alle aziende sanitarie. E questo nonostante le aziende avessero preannunciato possibili provvedimenti disciplinari. «Non siamo per nulla intimoriti – continua Crisarà -. Siamo stati minacciati solo perché vogliamo tutelare i nostri pazienti e non la Regione». L’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, respinge però le accuse, scaricandole su Roma. «I medici dovrebbero capire che sulle strategie di rafforzamento della sanità territoriale parliamo la stessa lingua – afferma -, cosa che non mi pare faccia la Fimmg nazionale, spesso schierata con il governo dei tagli. Anche quest’anno Roma ha tagliato 160 milioni alla sanità veneta». Nella schermaglia tra medici e Regione si inserisce anche il Pd che ha avviato una raccolta firma per un consiglio regionale straordinario dedicato proprio alla medicina territoriale.