Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Le navi, la tav, i turisti Da tutta Europa a Venezia per dire «no»
Navi o treni, oleodotti o aeroporti, oppure turisti. Poco cambia. Sempre di «no» si tratta, da parte dei comitati di difesa del territorio. Dai No Nav veneziani ai No Tav della Val di Susa e ai No Tap salentini; dai tedeschi contrari al progetto ferroviario Stuttgart 21, ai francesi che osteggiano il futuro aeroporto di Notre Dame des Landes, fino i cittadini di Palma di Majorca che si oppongono il turismo di massa. Sono solo alcuni dei movimenti europei che convergeranno su Venezia tra il 23 e il 24 settembre in occasione della due giorni organizzata dal Comitato «No Grandi Navi».
Come l’anno scorso si ripete la formula della protesta festosa con concerto, previsto per il 24, quando sul palco galleggiante delle Zattere si esibiranno, tra gli altri, l’ex Modena City Ramblers Cisco Bellotti e i 99 Posse. Il 23 settembre ai Magazzini del Sale ci sarà un dibattito sulla proposta di controllare le emissioni di zolfo nel Mar Mediterraneo. «Speriamo almeno di eguagliare le tremila persone radunate l’anno scorso – auspica Tommaso Cacciari, portavoce del Laboratorio Morion – Abbiamo presentato da tempo la richiesta per lo spazio acqueo all’Autorità Portuale, che per ora non ha risposto. La festa comunque si farà, con tantissime barche in canale». Una specie di mini Redentore pomeridiano, il cui obiettivo è sempre lo stesso: confinare le grandi navi fuori dalle bocche di porto della laguna. «Siamo impegnati in questa lotta da cinque anni e ogni tre mesi qualcuno “spara” una soluzione nuova: dal Canale dei Petroli, alla soluzione del Contorta, fino all’ipotesi dello spostamento del porto a Marghera prosegue Cacciari - Il denominatore comune è la mancanza di un disegno unitario risolutivo: chiediamo di vedere i progetti, che smonteremo scientificamente come abbiamo già fatto. Il comitatone? Scommettiamo che non si terrà entro l’anno?».
I promotori della protesta sottolineano gli aspetti dannosi delle navi da crociera per l’ambiente della laguna: «Oltre all’inquinamento atmosferico pari a quello di un cementificio a ridosso della città, è in gioco la sopravvivenza della laguna che sarebbe compromessa dallo scavo di nuovi canali», tuona Cristiano Gasparetto che tra i No Nav rappresenta Italia Nostra. E a pochi giorni dalla chiusura dei conti del sistema Mose in tribunale, ragiona per analogia: «Il processo si è risolto in maniera indegna perché non si sono giudicati tutti gli elementi in gioco fino in fondo, anche a causa della prescrizione – osserva – C’è continuità tra il modo di fare che ha caratterizzato i lavori del Mose e quello che è in gioco nei progetti sulle grandi navi: la mancanza di trasparenza è la stessa. La nostra battaglia è la continuazione di quella contro il Mose».
Cacciari Ci mostrino i progetti e li smonteremo dal punto di vista scientifico