Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mose, il Pd glissa sul j’accuse di Orsoni Nuova segreteria salta l’accordo
Il ministro e vice segretario nazionale del Pd Maurizio Martina: «Comprendo le difficoltà vissute da Orsoni in questi anni, è stato un momento delicato per lui e il Pd». La segretaria metropolitana Gigliola Scattolin: «Ora è il momento di guardare avanti, senza perdere tempo in recriminazioni. Nella confusione di quei giorni credo che alcune frasi siano state fraintese, oggi dobbiamo restare sui contenuti». L’ex sindaco Orsoni, dopo la sentenza di assoluzione, in parte per prescrizione, accusa i dem nazionali di averlo abbandonato in quei giorni e il Pd glissa. Difficile lasciare la sentenza e le accuse dell’ex sindaco fuori della porta dell’assemblea metropolitana, ieri, a Quarto D’Altino, con metà partito che invita a guardare avanti e l’altra metà con le ferite che ancora bruciano. L’ex vicesindaco Sandro Simionato, per esempio, è uno di quelli che non glissa: «Allora non venne abbandonato solo il sindaco Orsoni, ma tutto il Pd veneziano. Qualcuno ha pensato di usare la situazione come un’accetta per tagliare via un pezzo della classe dirigente che in questa città aveva fatto la storia». Dopo tre anni e il governo della città perso, c’è voglia di rivalsa. Per i consiglieri comunali Andrea Ferrazzi e Nicola Pellicani la sentenza è una riconferma del buon lavoro fatto in Comune: «L’ente non è stato toccato dallo scandalo, anzi – ricorda Ferrazzi – era l’unico che in città lottava contro il Consorzio Venezia Nuova». Il tema oggi è come si riconquista la città e non solo. «Chi vuole davvero il centrosinistra - ha detto ieri il ministro Martina - non lo può pensare alternativo al Pd ma solo cooperativo e collaborativo con la più importante comunità di persone del centrosinistra, diversamente si fa un favore a destra e cinque stelle». I dem si apprestano ad affrontare una nuova stagione di congressi, fatta eccezione per il Pd metropolitano di Venezia. La maggioranza renziana, infatti, ha deciso di approfittare della possibilità per chi ha fatto il congresso nel 2016, di bypassarlo. Gigliola Scattolin non darà le dimissioni. In cambio, dopo un anno, la maggioranza ha accettato di aprire la segreteria anche alla minoranza orlandiana. L’accordo sembrava fatto, con una segreteria composta da quattro esponenti renziani e tre orlandiani. Ma la sera prima dell’assemblea l’accordo è saltato. Scattolin, dopo un lungo e faticoso incontro con tutte le anime della componente renziana, si è presentata con una nuova proposta: segreteria di 10 renziani e 3 orlandiani. E poche certezze sull’accordo per un segretario unico comunale orlandiano. Tutto rinviato. «Servono più persone in segreteria — dice Scattolin — c’è tanto lavoro da fare. Alcune situazioni figlie di una politica a me lontana mi hanno stupito, ma siamo un partito che riesce a confrontarsi e presenteremo presto la nuova composizione». Sul presto hanno premuto in tanti ieri, anche perché i tesseramenti sono in calo. «Serve una svolta vera — ha detto Emanuele Rosteghin, esponente orlandiano - va riconosciuto valore agli iscritti e certo non si fa con un tesseramento tra luglio e settembre. E va costruito un asse con il governo. Non è possibile che i ministri del Pd vengano a Venezia e parlino solo con Brugnaro, noi siamo l’alternativa a questa giunta».
Congressi Quello metropolitano non si farà perchè è passato solo un anno