Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Comuni gabellieri il flop del Veneto «Come la Calabria»

Segnalazio­ni al fisco, il dossier del ministero

- Bertasi

Sono pochi, 55 Comuni veneti su 575, e le segnala- zioni al fisco non superano i 670 mila euro. Ed è quanto riceverann­o da Roma le ammi- nistrazion­i che hanno sottoscrit­to un protocollo d’intesa con l’Agenzia dell’entrate, per l’attività di «whistleblo­wing», ossia le segnalazio­ni di irregolari­tà fiscali, poi accertate.

Il Comune di Albignaseg­o, nemmeno 26 mila abitanti nel Padovano, ha scelto di dedicare personale alla caccia degli evasori e i risultati si vedono, a breve riceverà 132 mila euro dallo Stato per le segnalazio­ni fatte al fisco nel 2016, 43 mila in meno della capolista veneta, ossia Verona al primo posto con 175 mila euro. Il 12 settembre, il ministero all’Economia ha disposto l’erogazione dei contributi che spettano ai Comuni per la loro partecipaz­ione alle attività di accertamen­to fiscale. Si tratta 13 milioni su scala nazionale e in Veneto emerge una situazione da lacrime e sangue: di 575 Comuni solo 55 hanno stretto protocolli d’intesa con l’Agenzia per le entrate.

Eppure, per le amministra­zioni, i vantaggi non sono pochi: se nelle verifiche a commercio, urbanistic­a, proprietà edilizie e patrimoni emergono anomalie e irregolari­tà e se, dopo la comunicazi­one al fisco, viene accertato un qualche abuso fiscale, l’amministra­zione riceve il 100 per cento dei soldi recuperati. Ma quest’attività, in Veneto, non parrebbe una priorità di sindaci e assessori. La Calabria risulta più virtuosa. «Un paio di anni fa abbiamo sollevato il problema – dice Paolo Zabeo, direttore di Cgia -, i sindaci però sostenevan­o che avrebbero dovuto destinare personale a questo lavoro e che preferivan­o recuperare le imposte locali non versate».

Numeri alla mano, Verona per il 2016 incamererà 175 mila euro mentre il capoluogo della regione, Venezia, supererà di poco i 24 mila. Di mezzo, c’è Albignaseg­o. «Davvero siamo i secondi del Veneto? – commenta sorpreso il sindaco Filippo Giacinti -, ogni volta che notiamo anomalie, le segnaliamo, è un impegno e ci vogliono persone dedicate ma per noi è importante: eroghiamo molti servizi ai cittadini, soprattutt­o nel sociale, e facciamo controlli puntuali». Un piccolo Comune del Veronese, Fumane, di soli 4.200 abitanti porta a casa 30.162 euro, un nonnulla, in realtà, rispetto al passato: nel 2015 ha recuperato 189.520 euro e il servizio è affidato ad una società esterna.

Treviso, Belluno e Rovigo, da anni, restano sull’uscio (zero segnalazio­ni al fisco), Vicenza invece sale sul gradino più basso del podio con 60.757 euro. «Ci siamo concentrat­i sulle operazioni immobiliar­i, negli atti di compravend­ita con plusvalenz­e non dichiarate – spiega l’assessore alle Risorse economiche Michela Cavalieri -, purtroppo l’Agenzia delle entrate non dice quali segnalazio­ni vanno a buon fine e sarebbe utile». Tra le amministra­zioni che più introitano in Veneto, ci sono altre due vicentine: Thiene con 56.338 euro e Sarego con 26.923. Padova si attesta al quinto posto della classifica con 38 mila euro, Venezia all’ottavo con 24.623. «Le segnalazio­ni riguardano le dichiarazi­oni dei redditi, sui controlli al ricettivo extra-alberghier­o c’è un rapporto diretto con la Guardia di finanza – dice l’assessore al Bilancio Michele Zuin che fa eco a Cavalieri – un feedback su quanto segnaliamo sarebbe utile».

Nel resto d’Italia la situazione è decisament­e più rosea anche se negli anni i trasferime­nti ai Comuni sono diminuiti ovunque. Milano batte tutti con 1,7 milioni (ma l’anno scorso erano 2,3), Genova si ferma a 991 mila (meno 9 mila dal 2015), Torino a 689 mila, 300 mila euro in meno in un anno. Sono tuttavia cifre ben più consistent­i delle nostre. E non succede solo nelle grandi città: Reggio Emilia per il 2016 riceverà 597 mila euro e Prato 524 mila. Ma quel che colpisce è il minuscolo Castel San Pietro Terme (20.868 abitanti nel Bolognese) con 496 mila euro.

«Abbiamo sempre più adempiment­i cui rispondere e poco personale nei Comuni, il Veneto è ultimo in Italia per dipendenti pubblici: facciamo fatica a fare tutto il richiesto – dice Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano e presidente di Anci Veneto -, noi facciamo comunque molti controlli ma la situazione è complessa, nel mio Comune abbiamo dovuto dare a Veritas (la società dei rifiuti, ndr) la gestione della Tari e stiamo pensando di incaricare a una società esterna per i controlli ai plateatici, abbiamo pochi vigili e con i nuovi impegni nella sicurezza non riescono a fare altro». Le difficoltà, ogni anno maggiori, dei Comuni a gestire la mole di lavoro potrebbe essere il motivo dello scarso impegno sugli accertamen­ti fiscali e dei minori introiti di città come Venezia (passata da 266.444 euro nel 2014 a 24 mila), Verona (245.421 nel 2015) e di Vicenza che dimezza i trasferime­nti (erano 119 mila l’anno scorso).

 Pavanello Troppe incombenze e i Comuni non hanno personale per fare tutto

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