Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Mio fratello rivive nelle sue lettere»

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«A ttraverso queste lettere, mio fratello torna a vivere». Idania Cocco, nella sua Mogliano, si commuove ancora sfogliando quelle vecchie pagine ingiallite.

Sono trascorsi 63 anni dalla morte di suo fratello Antonio, nato a Padova nel 1933 e, appena diciottenn­e, fuggito in Francia perché temeva di essere bocciato. Non poteva sapere che quella scelta l’avrebbe trascinato in un incubo. Appena superato il confine, Antonio Cocco fu fermato dalle autorità francesi che lo convinsero (con una sorta di ricatto) ad arruolarsi nella Legione Straniera. Iniziò così il lungo peregrinar­e di quel ragazzino veneto, trascinato nei conflitti che infiammaro­no il mondo nel secondo dopoguerra. Fino a Dien Bien Phu, l’odierno Vietnam: Antonio difese la Ridotta Isabelle nel marzo del 1954, quando fu ucciso dai colpi di cannone sparati dai nemici. In quei due anni trascorsi lontano da casa, invierà quasi duecento lettere. È stata proprio la sorella Idania a ripescarle dalla cantina dei genitori. Ne è uscita una testimonia­nza struggente della guerra d’Indocina, che è valsa il prestigios­o Premio Pieve Saverio Tutino.

«Ne sono orgogliosa. Mio fratello era un ragazzo intelligen­te, pieno di vitalità. Purtroppo i francesi avevano bisogno di carne fresca da mandare al fronte e il risultato fu che, nonostante gli sforzi di nostro padre, Antonio non potè mai tornare a casa». Le lettere ora diventeran­no un libro. (a.pri.)

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