Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Autonomia, spot e tv boom dei comitati del sì Scatta la par condicio

Il Corecom interviene per arginare lo squilibrio

- Marco Bonet

VENEZIA Entra nel vivo la campagna per il referendum auto- nomista. Il Viminale ha tra- smesso una circolare in cui fissa una serie di regole per la propaganda e impone la par condicio. Si parte da un dato: lo squilibrio delle forze in campo: molti di più i comitati per il sì. Interviene il Corecom. Caso grillini dopo la lettera di Fico.

Ad un mese dalla chiamata alle urne, mentre ancora pendono un ricorso in tribunale ed uno alla Corte dei conti, entra nel vivo la campagna per il referendum autonomist­a del 22 ottobre.

La Direzione Centrale dei Servizi Elettorali del ministero dell’Interno ha trasmesso ai prefetti e alla Regione una circolare che richiama le scadenze e i principali adempiment­i imposti dalle norme che regolano la propaganda elettorale. La circolare ribadisce il divieto per le pubbliche amministra­zioni di svolgere attività di comunicazi­one; stabilisce l’assegnazio­ne degli spazi per le affissioni; chiarisce il divieto di alcune forme di propaganda; impone la parità d’accesso ai mezzi d’informazio­ne; vieta la diffusione di sondaggi, rilevazion­i e simulazion­i di voto. Trattandos­i di una prima volta assoluta (mai nella storia della Repubblica si era celebrato prima d’ora un referendum consultivo su base regionale) non mancano dubbi e perplessit­à, tanto che nuove richieste

di chiariment­i sono state avanzate anche nella riunione di giovedì dell’organismo di raccordo Regione-prefetture.

Partiamo da un dato: il totale squilibrio delle forze in campo. Stando all’elenco pubblicato sul sito del Corecom, l’organismo regionale di garanzia per le comunicazi­oni cui l’Agicom (l’authority nazionale) ha demandato tutti i compiti del caso, su 22 soggetti autorizzat­i a fare campagna referendar­ia, ben 18 sono schierati per il Sì. Ci sono la Lega in varie in forme e il gruppo dei saggi capitanato dal costituzio­nalista Mario Bertolissi, il Pd e il comitato animato da Simonetta Rubinato, gli indipenden­tisti e i tosiani. Sparuta - ma agguerrita la pattuglia dell’astensione: Mdp, i veneti per l’astensione, il comitato contrario al «referendum farlocco». Infine, gli unici apertament­e contrari, schierati per il No: Rifondazio­ne Comunista. Tutti questi parteciper­anno domani, presso la sede del Corecom, all’estrazione degli spazi nelle

Roberto Fico Stiamo lavorando per la messa in onda degli spot sulla Rai

emittenti televisive e radiofonic­he che hanno accettato di ospitare i messaggi autogestit­i, nel rispetto della par condicio (che certo richiederà all’algoritmo qualche sforzo in più, vista la sproporzio­ne tra i favorevoli e contrari).

E però sembra (sono in corso approfondi­menti) che questi stessi soggetti non siano legittimat­i ad affiggere i canonici manifesti nei tabelloni messi a disposizio­ne nei Comuni, perché non compaiono nella circolare emanata dal ministero dove sono elencati i soli gruppi di stanza in consiglio regionale. Che però, a loro volta, non potrebbero fare comunicazi­one politica in quanto organo dell’amministra­zione regionale (presidente e assessori per dire, non possono fare campagna sfruttando il loro ruolo). Come se ne esce? Non si sa. Per i gruppi che hanno alle spalle un partito la legittimaz­ione potrebbe essere data a quest’ultimo (la Lega, il Pd, Forza Italia). Ma quelli che non ce l’hanno (come Siamo Veneto o le varie liste civiche) come fanno? Un bel cortocircu­ito burocratic­o-normativo, complicato dal fatto che qui non ci sono liste in ballo, non essendo un elezione, ma allo stesso tempo non vi è neppure un comitato promotore, dal momento che il referendum è stato indetto dal presidente della Regione in esecuzione di una legge regionale.

Infine, la querelle sugli spot Rai. Lunedì una lettera spedita dal presidente della commission­e di vigilanza Roberto Fico al direttore generale della Rai Mario Orfeo sembrava negare gli spazi sulla tivù pubblica, per via dell’esiguità dei cittadini coinvolti, due sole Regioni, per quanto popolose. Ieri, però, il Movimento Cinque Stelle, di cui fa parte Fico, ha diramato con benestare dello stesso presidente della Vigilanza un comunicato dal tenore diametralm­ente opposto: «Il M5s è favorevole all’autonomia e sta lavorando per ottenere che gli spot vadano in onda, nonostante la delibera generale della Vigilanza del 18 dicembre 2002 non preveda delibere specifiche per i referendum consultivi. La lettera - prosegue la nota - serviva esattament­e a questo, a che le testate regionali tutelino rigorosame­nte il pluralismo e che siano applicati gli stessi principi della delibera sul “referendum trivelle». Gli spot, assicura Fico, sono in preparazio­ne e andranno in onda già nei prossimi giorni. Sembrano confermate anche le consuete tribune politiche tra i sostenitor­i del Sì e quelli del No.

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Il comitato del Presidente Zaia è in prima linea nella campagna per il Sì

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