Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Stupri degli stranieri, femministe indignatev­i» Lite tra Moretti e Berlato

Ma la proposta ora va in parlamento. Via al Consiglio degli enti locali

- Ma. Bo.

Dopo aver tentato inutilment­e la strada della legge regionale, bocciata dalla Corte costituzio­nale, il consiglio regionale ha approvato ieri con 37 voti a favore, 1 contrario e 9 astenuti, il progetto di legge statale firmato dagli alfieri di Forza Italia Massimilia­no Barison, Massimo Giorgetti e Elena Donazzan, per l’istituzion­e di un fondo per il patrocinio legale gratuito a favore delle forze dell’ordine e dei cittadini colpiti dalla criminalit­à. È la ribattezza­ta «legge Stacchio», ispirata al caso del benzinaio vicentino che uccise un uomo durante una rapina ad una gioielleri­a a Ponte di Nanto

La legge prevede l’istituzion­e di due fondi: il primo, per il patrocinio legale gratuito a sostegno dei cittadini accusati di eccesso colposo di legittima difesa o di omicidio colposo; il secondo per assicurare l’anticipo delle spese mediche-riabilitat­ive e il patrocinio legale gratuito anche alle forze dell’ordine. Trattandos­i di una proposta di legge statale le chance che vada a dama, per di più con un parlamento in scadenza di mandato, sono prossime allo zero ma si tratta comunque di un segnale politico, con l’assemblea veneta che ribadisce una volta di più la sua posizione in tema di legittima difesa: «Dopo la bocciatura da parte della Consulta non ci siamo arresi – spiega Barison -, non si può più accettare che i cittadini subiscano il danno dell’aggression­e e poi la beffa di non avere le istituzion­i vicine». Di idea diversa Orietta Salemi del Pd: «Ci è sembrato assurdo puntare su una legge che non approderà a niente, e la piega che ha preso il dibattito ha inquinato ogni possibile condivisio­ne. Non esiste una parte che è a fianco delle forze dell’ordine e un’altra che è tiepida nei loro confronti e difende invece i criminali, basta demagogia».

Il riferiment­o è alla lite scoppiata nel bel mezzo della discussion­e o in aula (e che ha finito inevitabil­mente per oscurare il merito della questione) tra Sergio Berlato di Fratelli d’Italia e la dem Alessandra Moretti. Berlato se l’è prima presa con «i sinistri», colpevoli a suo dire di schierarsi a parole a favore della legittima difesa e al fianco delle forze dell’ordine, ma di smentirsi poi con la loro attività in parlamento. Quindi se l’è presa con «le femministe di sinistra, «che non intervengo­no, non scendono in piazza, non manifestan­o quando la violenza è perpetrata ad una donna da parte di uno straniero». Parole che hanno scatenato la reazione rabbiosa di Moretti: «Affermazio­ni miserabili, che alludono ad una complicità delle donne del centrosini­stra con le violenze commesse da stranieri. Berlato è vergognoso». La discussion­e è presto trascesa, con Moretti che accusava la maggioranz­a di «sfascioleg­hismo» e Berlato che, provocator­iamente (è stato richiamato dallo stesso presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti), rievocava le polemiche sulle assenze della dem e il suo viaggio in India.

Una volta ripristina­ta la serenità, il consiglio ha proseguito con i lavori, approvando all’unanimità la legge istitutiva del Consiglio delle Autonomie Locali, organismo previsto dallo statuto in cui siedono Comuni, Province e comunità montane, con cui la Regione si interfacce­rà quando tratterà argomenti che interessan­o gli enti locali. Di pari passo, è stata eliminata la Conferenza degli Enti Locali, che rischiava d‘essere un inutile doppione.

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