Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Famiglia inghiottit­a dalla Solfatara, indagato il titolare Oggi l’autopsia sui corpi di Massimilia­no, Tiziana e Lorenzo Carrer. Poi saranno fissati i funerali

- NAPOLI E. Bir. E. Bir.

Tragedia della Solfatara, la Procura ipotizza anche il reato di disastro colposo oltre all’omicidio colposo plurimo. Un avviso di garanzia è stato notificato nelle scorse ore a Giorgio Angarano, amministra­tore unico della «Vulcano Solfatara srl» e proprietar­io dell’area ereditata di generazion­e in generazion­e dal 1868. Si tratta di un atto dovuto, per consentirg­li di nominare un consulente di fiducia che prenda parte all’autopsia.

Oggi alle 13 sarà assegnato l’incarico all’anatomopat­ologo, che quasi certamente eseguirà gli esami in giornata: la famiglia Carrer, sottolinea l’avvocato che la assiste, Vincenzo Cortelless­a, potrà così finalmente celebrare i funerali di Massimilia­no, Tiziana e del loro figlio Lorenzo, morti nel tragico incidente lo scorso 12 settembre. L’autopsia chiarirà le cause della morte: si capirà dunque se i tre sfortunati turisti hanno respirato sostanze venefiche o se, invece, ci sono traumi letali provocati da una caduta.

E sempre oggi sarà affidata la consulenza geologica, utile anche per verificare l’ipotesi di una testimone, residente nell’area, che avrebbe visto Lorenzo precipitar­e nella voragine apertasi non dentro ma fuori dall’area interdetta, proprio nei pressi della staccionat­a. La donna sarebbe stata acquisita dai magistrati. La prima ricostruzi­one parlava di una corsa di Lorenzo per scavalcare il recinto, spinto dalla curiosità per quel paesaggio surreale di fango bollente. Secondo la donna, il bambino è stato inghiottit­o dalla fangaia prima della zona chiusa al pubblico. La voragine, in effetti, si era aperta qualche giorno prima a causa della pioggia e, dice il gestore, era segnalata.

Una volta ottenuti i risultati di tutti gli esami, i pm Giuliana Giuliano e Anna Frasca, che indagano con il coordiname­nto del procurator­e aggiunto Giuseppe Lucantonio, tireranno le somme.L’area vulcanica della Solfatara resta per il momento sotto sequestro, anche perché il

Chiamata eroina gialla, è caratteriz­zata da un principio attivo molto più alto rispetto alla sostanza che normalment­e viene spacciata dai pusher consulente della Procura deve fare i suoi sopralluog­hi: il primo potrebbe avvenire già oggi.

Domenica, intanto, in 200 hanno partecipat­o alla fiaccolata per commemorar­e le tre vittime, dopo la messa in memoria celebrata da don Tonino Russo. «Ho espresso il cordoglio e la vicinanza della comunità di Pozzuoli ai familiari dei Carrer — ha detto don Tonino nel corso dell’omelia —. Sono stati vittime di una tragedia assurda in un’oasi in cui non ricordiamo eventi tragici». Anche il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe ieri, durante l’omelia in Duomo per la messa del miracolo del sangue di San Gennaro ha ricordato la famiglia Carrer. «Sono stati eventi drammatici - ha sottolinea­to che non ci hanno lasciato in pace». perché i tre ospiti in preda ai fumi dell’alcol si sono spostati all’esterno e hanno continuato a litigare. Fino a che la situazione è degenerata.

Si sono colpiti a suon di schiaffi, pugni e calci nell’area del pontile e, nel trambusto, anche due dipendenti dell’albergo hanno riportato qualche lieve ferita. Da qui la decisione di chiamare la polizia che ha mandato una volante all’hotel. All’arrivo degli agenti della questura i tre litiganti si sono calmati, ma questo non ha evitato loro una denuncia per rissa. I feriti sono stati medicati al pronto soccorso e il mattino seguente gli sposi e tutti gli invitati, nonostante l’incidente di percorso, sono ripartiti per la Russia.

Era uscito presto, come faceva tutte le mattine. Si alzava all’alba e, prima delle commission­i, passava al bar del paese per salutare gli amici e prendere un caffè. Ieri, però, al bar non ci è mai arrivato perché mentre attraversa­va la strada un’auto lo ha travolto. L’impatto è stato talmente violento che per Pietro Ditadi, ottantenne di Vigonovo, all’arrivo dei soccorrito­ri non c’è stato niente da fare. Troppo violento, l’impatto. L’uomo, che viveva a Galta, una piccola frazione del comune di Vigonovo, è stato investito lungo via Veneto, non distante dal ponte sul Brenta. Una strada che da sempre divide i cittadini che ieri, appresa la notizia, si sono scatenati sui social network lamentando che le auto in quella zona tendono a sfrecciare. Tra tutti, la prima è stata una nipote della vittima, che ha ipotizzato che la Ford Fiesta che ha falciato lo zio viaggiasse a velocità sostenuta. Su questo, però, al momento non c’è ancora una conferma da parte dei carabinier­i che in queste ore stanno cercando di ricostruir­e la dinamica dell’incidente. Il dramma si è consumato intorno alle sei e mezza del mattino. La vittima stava attraversa­ndo la strada nei pressi delle strisce pedonali e, quando era arrivata a circa metà della carreggiat­a, è stata centrata dalla Ford. Alla guida della macchina c’era un ragazzo di 26 anni che è stato subito sottoposto all’alcol test ed è risultato negativo. Il giovane, secondo una prima ricostruzi­one, sembra che si sia accorto troppo tardi della presenza del pedone e, di conseguenz­a, non avrebbe fatto in tempo a frenare. È possibile che anche l’asfalto reso scivoloso dalla pioggia battente di questi giorni abbia impedito al ragazzo di fermarsi in tempo, prima di travolgere Ditadi. L’ottantenne è stato sbalzato sull’asfalto. Pochi minuti dopo sul posto è arrivata un’ambulanza ma gli operatori del Suem non hanno potuto fare altro che constatarn­e il decesso. Il cuore della vittima ha smesso di battere a causa della violenza dell’impatto e ogni tentativo di rianimazio­ne si è rivelato inutile. La strada è stata chiusa al transito per permettere ai carabinier­i di eseguire i rilievi e il traffico, che ha subìto dei rallentame­nti, è stato deviato. La Ford Fiesta è stata posta sotto sequestro e messa a disposizio­ne del magistrato di turno Roberto Terzo, che deciderà se eseguire una perizia per ricostruir­e con maggiore precisione lo schianto.

La perizia

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Le vittime L’immagine dei tre corpi portati via dalla Solfatare

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