Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Veneto Banca in liquidazione, stop ai fidi Pmi si trova con i pagamenti bloccati
L’azienda fa i pagamenti alla ripresa di settembre e si trova i fidi bloccati dalla liquidazione di Veneto Banca. I temuti effetti dei crediti di Veneto Banca e Popolare Vicenza che Intesa Sanpaolo ha rifiutato il 25 giugno e che sono finiti nel limbo delle Liquidazioni delle due banche, in attesa di essere trasferiti e chissà come gestiti alla Sga, cominciano a materializzarsi. La prima vicenda concreta è stata rilanciata ieri dal consigliere regionale Antonio Guadagnini di «Siamo Veneto», che annuncia un sitin di protesta venerdì alle 11 davanti alla sede di Veneto Banca a Schio.
La vicenda riguarda la Effedi di San Tomio di Malo, classica micro-impresa che si occupa in subfornitura di lavorazioni meccaniche e produzioni industriali. Due milioni di euro di ricavi e otto dipendenti, è guidata da Toni Costalunga. A cercar notizie sul web salterà fuori dello striscione «Massimo onore agli Alpini, massimo disprezzo per chi ci governa», esposto all’adunata triveneta 2013, e di altre posizioni simili, e oltre. Segnalazione da fare per sgomberarle dal campo di una vicenda che sta tutta entro i confini del credito alle imprese. «Stamattina (ieri, ndr) ho iniziato a lavorare alle 2 e ho finito alle 14.45. Non è vita», racconta Toni, 71 anni, lasciando ben intendere cosa voglia dire per lui fare impresa.
Poi arriva alla vicenda, che ha già riassunta in un video su Facebook, diventato virale. «Alla fine non ho avuto problemi,
salvo il fastidio di ritrovarmi in ritardo con i pagamenti: le altre banche hanno confermato i prestiti - spiega lui -. Ma l’ho voluta raccontare per richiamare l’attenzione su quanti si troveranno nella mia situazione e non avranno altrettanta fortuna».
Così la sua azienda - una disponibilità di 60 mila euro salvo buon fine più altri diecimila di sconto cassa con Veneto Banca - dà ordine di pagare stipendi e fornitori il 7 settembre. Salvo che non vengono eseguiti. La verità salta fuori il lunedì successivo. Quando i funzionari dell’ex Veneto Banca, ora diventati Intesa, a cui l’azienda si rivolge, comunicano che i finanziamenti della Elledi loro non li gestiscono più. In sostanza sono tra quelli che Intesa ha rifiutato e sono finiti nel perimetro delle Lca. Che non sta gestendo questi crediti e non si sa quando li trasferirà alla Sga. Risultato: situazione in blocco. Motivo, in questo caso? «La segnalazione alla Centrale rischi del 2011 per le rate di un leasing che allora, nel momento più brutto della crisi, eravamo in difficoltà a pagare e la cui soluzione si è trascinata nel tempo - racconta Costalunga -. Ma dal 2013 le cose sono riprese a girare, i pagamenti sono a posto, e stiamo crescendo davvero molto in questo periodo. La stessa Centrale lo segnala. Fortunatamente le altre banche lo sanno. Il fatto grave è che nessuno ci abbia avvertiti».
«Il problema è che ci sarà il diluvio sulle posizioni simili a questa - sostiene Guadagnini, che mette in guarda dal rischio di un ritorno dei suicidi in azienda -. Per molti dei nostri piccoli imprenditori l’azienda è la vita. Se gliela levi il rischio è quello».
Intanto, mentre sul fronte del risparmio l’Arbitro della Consob ha comunicato che non esaminerà più i ricorsi sulle venete (per altro già ininfluenti, visto il blocco delle cause dopo la liquidazione) presentati dal 19 luglio in avanti, data da cui Bce ha ritirato la licenza bancaria, sempre sul fronte del credito, nuovo incontro per il pool operativo di Intesa, guidato da Stefano Barrese, che sta integrando le reti delle due ex venete, e il consiglio generale di Confindustria Vicenza. «Fondamentale in questa fase un dialogo aperto tra i rappresentanti delle imprese e di Intesa - ha affermato il presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi -. Dal nostro osservatorio risulta che, sommando quelli delle ex venete e di Cariveneto, oltre il 30% dei fidi siano in capo a Intesa».