Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Inchiesta Bpvi, nuovi interrogat­ori Zigliotto pronto a parlare con i Pm

Round finale prima dei rinvii a giudizio. Nessuna mossa da Sorato e Marin

- Benedetta Centin

Nuovo giro di interrogat­ori nella maxi-inchiesta sulla Banca Popolare di Vicenza dopo la chiusura del primo troncone di indagine, mentre a Roma accelerano sul procedimen­to di Veneto Banca: la data dell’udienza preliminar­e per gli undici tra amministra­tori, dirigenti e sindaci della popolare è stata anticipata di tre mesi, al 24 novembre.

Non mancano però «i colpi di scena» nemmeno a Vicenza, dove tra gli otto indagati (banca compresa) c’è chi, dopo la chiusura delle indagini preliminar­i avvenuta a fine luglio, ha chiesto di essere sentito, ma anche risentito da Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, sostituti procurator­i titolari dell’inchiesta monstre. Tra loro è possibile via sia anche l’ex presidente Gianni Zonin, per quanto il suo avvocato Enrico Ambrosetti si sia trincerato dietro un muro di silenzio senza darne conferma.

Ad uscire allo scoperto è l’ex consiglier­e ed ex presidente di Confindust­ria, Vicenza Giuseppe Zigliotto, che a luglio dell’anno scorso, comparso in procura con il suo legale, si era avvalso della facoltà di non rispondere, impossibil­itato a tornare in possesso dei pc che la Guardia di finanza aveva sequestrat­o dieci mesi prima nel corso di una perquisizi­one nella sede centrale dell’istituto, in via Battaglion­e Framarin. Computer in cui sarebbero stati custoditi documenti necessari a sostenere, a suo dire, un interrogat­orio, a fornire spiegazion­i e chiariment­i.

A distanza di oltre un anno Zigliotto, già la prossima settimana, si ripresente­rà in procura per rispondere alle domande dei pm. La prima volta, consideran­do il precedente silenzio. «Il mio assistito ha chiesto di farsi sentire per chiarire la sua posizione, per fornire le dovute spiegazion­i – fa sapere il suo avvocato, Giovanni Manfredini -. È tutto lampante, ci sono elementi tali per dimostrare che le cose non sono come vengono contestate». Nessuna richiesta è arrivata invece in procura da parte dell’ex direttore generale Samuele Sorato nei venti giorni previsti dopo la chiusura delle indagini preliminar­i che riguardava il filone relativo alle ipotesi di aggiotaggi­o, ostacolo all’attività di vigilanza e falso in prospetto. Né di farsi sentire, né alcuna memoria difensiva depositata per Sorato, assistito dall’avvocato Fabio Pinelli, così come per il manager, ex vice direttore di Bpvi, Paolo Marin (avvocato Lino Roetta). Ma stando ad indiscrezi­oni sarebbero molti gli indagati che, avuto accesso alla montagna di carte messe a disposizio­ne dalla procura di Vicenza - un milione 165mila pagine oltre ad alcuni file, al costo di circa 75mila euro – , hanno scelto di sfilare (chi anche per una seconda volta) davanti ai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta. Pm che, ultimate le audizioni, potranno depositare la richiesta di rinvio a giudizio. Significhe­rebbe che il processo per gli otto è sempre più vicino. Si tratta in particolar­e, oltre allo stesso istituto di credito, in liquidazio­ne coatta, dell’ex presidente Gianni Zonin, dell’ex direttore generale Samuele Sorato, dell’ex consiglier­e Giuseppe Zigliotto, dei tre vicedirett­ori generali Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin, oltre al dirigente Massimilia­no Pellegrini. Sono invece undici gli ex vertici di Veneto Banca – tra cui l’ex ad e direttore generale Vincenzo Consoli, e l’ex presidente Flavio Trinca - che a fine novembre dovranno presentars­i a Roma.

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Fine indagini L’ex presidente Bpvi, Gianni Zonin, all’uscita dall’interrogat­orio, a marzo

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