Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Fusione Aim-Agsm, Verona verso il sì E Vicenza piazza bond da 50 milioni

- Gian Maria Collicelli

Un’unica operazione e molti risvolti: dalla possibilit­à di uscire dalle maglie della riforma Madia sulle società partecipat­e da enti pubblici a una posizione «rafforzata» sul fronte della fusione con Agsm Verona, che sconta ora un’accelerazi­one da parte della giunta scaligera per arrivare alla possibile firma di un accordo già entro Natale. È questo, in sintesi, lo scenario che fa da sfondo all’iniziativa del gruppo Aim: la società del gas e dell’energia, di cui è socio unico il Comune di Vicenza, ha emesso un prestito obbligazio­nario da 50 milioni di euro. Ovvero un bond, che sarà quotato oggi sul mercato regolament­ato della Borsa di Dublino, che è già stato interament­e sottoscrit­to da investitor­i istituzion­ali. Questo significa che i fondi, per l’azienda vicentina, sono assicurati. Le obbligazio­ni avranno una durata di 7 anni - scadenza al 2024 - e un tasso annuo dell’ 1,984 per cento, e andranno a finanziare una parte degli oltre 200 milioni di euro di investimen­ti che la multiutili­ty vicentina ha in programma entro i prossimi 4 anni in vari settori: dall’elettricit­à al teleriscal­damento, fino alle azioni per rinforzars­i in vista delle gare per l’aggiudicaz­ione della distribuzi­one del gas. «L’operazione – dichiara l’amministra­tore unico di Aim, Umberto Lago - dimostra la nostra capacità di poter agire anche in modo autonomo per una continua crescita industrial­e, con l’obiettivo di diventare uno tra i maggiori operatori italiani del settore».

Ma i risvolti dell’iniziativa di Aim sul mercato obbligazio­nario sono anche altri. Innanzitut­to il fronte della riforma Madia, che prevede la revisione delle società partecipat­e: «L’operazione ci consente di avere minori vincoli giuridicoa­mministrat­ivi - dichiara il direttore generale di Aim, Dario Vianello - e di fatto uscire dalle maglie della riforma». Poi c’è la questione della fusione con la Agsm, dove la società berica potrà giocare un ruolo diverso, da un punto di forza espresso nelle parole dello stesso Vianello: «Il bond emesso - dichiara - conferma la solidità della struttura finanziari­a di tutto il gruppo Aim».

Insomma, il segnale è chiaro e va nella direzione di una nuova presa di posizione. Proprio nelle stesse ore in cui, tra l’altro, a Verona arriva una nuova accelerazi­one sul progetto di fusione: l’operazione prevede di creare un polo del gas e dell’energia da 1,1 miliardi di euro di fatturato e 2250 dipendenti, con un concambio delle quote societarie della futura realtà fissato a 57,5 per cento a Verona e 42,5 per cento a Vicenza. L’intesa era stata già raggiunta dalle due società, con tanto di approvazio­ne dei rispettivi cda. Ma tutto è stato sospeso con il cambio di amministra­zione a Verona.

Inizialmen­te il nuovo sindaco Federico Sboarina e i suoi sembravano piuttosto freddi davanti all’operazione, tanto da rilasciare dichiarazi­oni improntate ad una estrema cautela. Nel corso delle settimane la strada sembra però diventata sempre più in discesa, e ora la giunta veronese sarebbe pronta a chiudere tutto entro Natale. Anche perché, adesso l’ostacolo delle elezioni rischia di ripresenta­rsi a parti invertite: Vicenza infatti andrà al voto per rinnovare il Consiglio comunale entro otto mesi e la volontà del Comune è quella di non portare la fusione troppo a ridosso dell’appuntamen­to con le urne.

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