Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Oltre 260 filiali chiuse entro febbraio I piani di Intesa per la banca virtuale
Cento filiali chiuse a dicembre, altre 160 a febbraio 2018. E duemila dipendenti delle ex venete concentrati nelle ex sedi centrali di Bpvi e Veneto Banca, a Vicenza e Montebelluna, per il progetto di banca virtuale di gruppo. Si profila sempre più netto il programma con cui Intesa Sanpaolo integrerà le reti delle due ex popolari venete. La trattativa tra Intesa e i sindacati che proseguirà anche a ottobre, è partita ieri a Milano.
Primo rilevante elemento di partenza, il raggiungimento dell’obiettivo delle mille domande volontarie di prepensionamento nel perimetro delle ex popolari. L’uscita dei dipendenti scatterà il primo ottobre. Oltre 800 le uscite nel giro di un mese, il resto tra fine novembre e dicembre. Le uscite del s’incastrano con la chiusura di 600 delle 900 filiali delle due ex venete. Stabilito che il passaggio delle sedi sulla rete informatica di Intesa avverrà il ponte dell’Immacolata, in parallelo chiuderanno le prime cento filiali, ulteriori 160 lo saranno entro febbraio 2018. Chiusure che probabilmente, per logica, riguarderanno in proporzione più sedi di Popolare Vicenza che Veneto Banca. Queste sono state trasferite a Intesa, mentre le prime erano concentrate nella controllata Immobiliare Stampa, rimasta nella liquidazione. Ovvio che per Intesa sia meno agevole operare con queste.
Ulteriore aspetto rilevante, confermato in partenza della trattativa, il piano di usare le ex sedi centrali di Vicenza e Montebelluna come basi operative, con duemila dipendenti, per il progetto della banca virtuale. Rilevante rispetto al ruolo del Veneto in Intesa, e, in chiave sindacale, per ridurre la mobilità territoriale.
Intanto Intesa finisce nel mirino del Coordinamento don Torta, che critica le procedure di contatto con i clienti delle ex venete e invita a non firmare nulla fino alla avvenuta notifica della cessione dei contratti.