Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Malamocco, scontro sulla conca «Così com’è non serve al Porto»
L’ok dei tecnici belgi: navi da 280 metri. Musolino: ne servono almeno 330
«La conca è perfetta, come da progetto. Su questo sono d’accordo con il provveditore Roberto Linetti, con il quale ho un ottimo rapporto. Ma purtroppo ad essere sbagliato, o vecchio, è il progetto: noi, come Autorità di sistema portuale, non possiamo non dire che quella conca di navigazione, così com’è, non è funzionale alle nostre esigenze e dunque lo Stato rischia di aver speso dei soldi per niente». Il presidente Pino Musolino non vuole fare polemica, ma sulla conca di Malamocco ribadisce la posizione del Porto di fronte al documento dei tecnici belgi, che su richiesta del Consorzio Venezia Nuova hanno confermato come la nave massima prevista dal progetto, lunga 280 metri, sia in grado di passare attraverso la «camera» costruita per rendere accessibile la bocca anche nel caso di chiusura del Mose. «A parte il fatto che le prove con il simulatore hanno dimostrato la difficoltà di entrare con la nave da 280 metri, visti i ben noti problemi di allineamento continua Musolino -, a noi ora servirebbe che fosse in grado di far passare le navi fino ad almeno 330 metri. Il vero problema è che quando è stato fatto il progetto o mentre veniva costruita, nessuno si preoccupato di chiedere al Porto quali erano le esigenze».
Anche perché ormai è praticamente deciso: da Malamocco passeranno anche le navi da crociera, per arrivare all’attuale Marittima attraverso il riadattamento del canale Vittorio Emanuele oppure a Marghera in un nuovo terminal, nella doppia ipotesi a cui sta lavorando il Porto con il governo. E qui si apre un altro scenario, quello della sicurezza. Proprio in questi giorni, alla luce dei dubbi dei piloti che continuano a sostenere la difficoltà di transito, si sta valutando la possibilità di inserire dei cilindri rotanti sulla parete sud in modo da «accompagnare» le navi in caso di maltempo (soprattutto bora). Ma il presidente dell’Autorità portuale introduce un altro elemento: la necessità di un approdo sicuro nel caso in cui, per il maltempo, le navi (soprattutto quelle passeggeri) si dovessero fermare al riparo della lunata. «Abbiamo una grossa responsabilità e bisogna trovare una soluzione valida - dice Musolino - Serve un “accosto-rifugio” e anche a questa esigenza risponderebbe la mia proposta di creare una banchina ad alti fondali, che poi sarebbe usata anche come approdo per le grandi navi merci porta-container».
La conca è costata 300 milioni di euro e così com’è realizzata – aveva spiegato Linetti qualche giorno fa – è di fatto immodificabile. Sono stati infatti affondati dei grandi manufatti in acciaio riempiti di calcestruzzo. Ad essere rifatta nei prossimi mesi sarà invece la porta lato mare, danneggiata da una mareggiata, con una spesa di 18-20 milioni. Il progetto è pronto e si è deciso di modificare il sistema, che prima faceva scivolare la porta su alcuni soffi d’aria, mentre ora sarà su una più banale rotaia. La parte bassa della facciata sarà inoltre realizzata «a scalini», per spezzare l’onda in maniera più efficace, visto che soprattutto a Mose chiuso la corrente si convoglia proprio lì.