Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
In tremila per l’ultimo saluto ai Carrer
Tragedia della Solfatara, lutto cittadino. Gli amici di Lorenzo: tristi per il vuoto in classe
Le salme poste una al fianco dell’altra. Il piccolo Lorenzo tra mamma è papà e sulla sua bara bianca la maglia del Rugby San Donà e i messaggi dei compagni di classe. Tremila persone hanno salutato ieri i Carrer, fuori dalla chiesa, un maxi schermo.
Le salme poste una al fianco dell’altra. Al centro quella bianca del piccolo Lorenzo, su cui i compagni del Rugby San Donà hanno posato la sua amata maglietta, mentre i compagni di classe hanno scritto i loro messaggi di saluto in tanti rotolini di carta colorata. Fuori della chiesa oltre 3 mila persone giunte da due paesi in lutto, strade bloccate, un maxi schermo per consentire a tutti di seguire i funerali. E poi le istituzioni tra cui il sindaco di Pozzuoli, che annuncia: «Al sopravvissuto di questa tragedia, Alessio, verrà data la cittadinanza onoraria».
Nel giorno delle esequie c’è ancora incredulità e tanto dolore per la tragedia che lo scorso 12 settembre ha distrutto la famiglia Carrer alla Solfatara di Pozzuoli, dove papà Massimiliano, mamma Tiziana e il piccolo Lorenzo di 11 anni sono morti asfissiati dopo essere caduti in una buca. All’unico superstite, Alessio, testimone oculare di una tragedia troppo grande per i suoi 7 anni e ora affidato ai nonni materni, è stato deciso di risparmiare un dolore che porterà per sempre dentro di sé.
Fin dalle 8 del mattino, quando è stata aperta la camera ardente nella chiesa di Fossalta di Piave, è stato un continuo pellegrinaggio. Al lutto cittadino proclamato ieri a Meolo e a Fossalta di Piave i commercianti hanno risposto abbassando le serrande già un’ora prima dei funerali, mentre la chiesa di Fossalta era già gremita. La famiglia Carrer era attiva nel sociale, nello sport, in mille attività collettive: nel piazzale della chiesa di Fossalta, tra la folla, ci sono gli associati del Cai e dell’Avis, la squadra under 12 del Rugby San Donà nella quale giocavano Lorenzo (e anche Alessio), i colleghi della vigilanza del Marco Polo di Tiziana Zaramella e i suoi compagni del coro che hanno cantato durante la messa. Dalla folla spuntano poi gonfaloni di Meolo, Fossalta di Piave e Pozzuoli, con i rispettivi sindaci e i colleghi di Roncade e Quarto d’Altino, oltre al vicepresidente del Veneto Gianluca Forcolin e al prefetto Carlo Boffi. «Di fronte a questi fatti la nostra fede è messa a dura prova», dice dal pulpito Don Marino Zaratin. In chiesa ci sono gli insegnati di Lorenzo e i compagni di classe: alcuni vengono accompagnati all’esterno perché provati dalla tragedia, ma qualcuno trova il coraggio di parlare dal pulpito: «Il tuo vuoto in classe ci mette tristezza e qualche volta ci fa scendere delle lacrime. Siamo cresciuti insieme, abbiamo condiviso tanti momenti felici ma questo percorso non finisce perché sarai sempre nei nostri cuori e nei nostri pensieri». «Ci ha sempre colpito il tuo essere disponibile e rispettoso con tutti i compagni - ha poi aggiunto un’insegnante di Lorenzo - impossibile poi dimenticare i tuoi genitori».
Un lungo applauso ha accompagnato l’uscita delle salme dalla chiesa, attraverso un corridoio creato apposta dai giovani rugbisti. Tra le lacrime di tutti, il sindaco di Pozzuoli ritorna sulla tragedia: «Credo che la strada sia ancora lunga per capire le responsabilità dell’accaduto - spiega Vincenzo Figliolia - Stamattina volevo salutare Alessio, che il giorno della tragedia ha colpito me e gli assistenti sociali per la propria intelligenza, razionalità, maturità: non ci sono riuscito ma lo farò perché devo dirgli che sarà un figlio della nostra terra: avrà la cittadinanza onoraria».
Il piccolo assente Al figlio più piccolo, ora affidato ai nonni materni, è stato risparmiato il dolore Il sindaco di Pozzuoli Daremo la cittadinanza onoraria al piccolo Alessio
Don Zaratin Di fronte a questi fatti la nostra fede viene messa a dura prova