Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I giochi, le feste e le botteghe Com’eravamo a Cannaregio Venezia si racconta in strada
Una cinquantina di foto, scattate in diversi luoghi del sestiere di Cannaregio tra la fine dell’Ottocento e gli anni Sessanta del secolo scorso. Ciascuna racconta un frammento di vita quotidiana, ora dimenticata: dal gioco di bimbi in campo del Ghetto alla veduta ottocentesca del vecchio ponte in ghisa di fronte alla chiesa degli Scalzi. Provenienti da una decina di archivi diversi, privati e pubblici, le immagini sono esposte nella mostra diffusa «Visioni Veneziane. Venezia si racconta in strada», organizzata dalla Soprintendenza archeologica lagunare in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio di ieri e oggi: fino al 7 gennaio 2018 le foto si potranno ammirare in vari angoli di Cannaregio, come la stazione Santa Lucia e l’atrio del Museo Ebraico nel Ghetto, per promuovere la riscoperta della città. Una chicca: le fotografie saranno esposte proprio nei luoghi che ritraggono e ad ospitarne una dozzina saranno le vetrine dei commercianti di Strada Nuova. «Non c’è un elenco delle botteghe coinvolte, solo una mini mappa con i riferimenti principali – precisa la curatrice, l’architetto Silvia Degan - Lo scopo è invitare il pubblico ad andare a caccia delle fotografie e a perdersi, esplorando il sestiere». Costata un anno di ricerca nei vari archivi fotografici e di ricostruzione da parte di Degan e dei suoi collaboratori, tra cui la studentessa cafoscarina di Storia dell’Arte Irene Ruzzier, l’esposizione si trasformerà in catalogo per l’inizio del 2018: organizzato in dittici, il volume accosterà l’immagine del passato a una veduta attuale dello stesso scorcio, scattata da Claudio Zennaro, e racconterà la storia di ciascuna foto. «Durante il lavoro (che ha coinvolto i fotografi Luigi Ferrigno e Giancarlo Carbon, oltre a Comune, Grandi Stazioni e la Fabbrica del Vedere, tra i tanti, ndr), spesso non ci si ritrovava nelle foto e si faticava a capire quale fosse il luogo dello scatto», racconta Degan, che durante il duro lavoro di selezione ha toccato con mano la vastità degli archivi e quanto materiale sia ancora inedito. In futuro c’è l’idea di riproporre la mostra dedicandola ogni anno a uno dei sestieri veneziani. Oggi l’inaugurazione con due percorsi guidati da Degan, che per anni ha lavorato a Cannaregio per la Soprintendenza: uno attraverso il ghetto, l’altro lungo Strada Nuova, entrambi arrivano al campo dei Mori con partenza alle 9.30 dalla stazione di Venezia.
La prima Iniziativa della sovrintendenza archeologica della laguna Sarà ripetuta in altri sestieri