Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il Venezia prova e riprova ma il gol resta una chimera Parma gode con Di Cesare

- Francesco Bottazzo

«Non possiamo continuare così, qualcuno aiuti Falzerano», dice alla fine Joe Tacopina. E se lo dice anche il presidente, che vede sempre il bicchiere mezzo pieno, significa che qualcosa non va. Il Venezia non segna, gira a vuoto, ancora una volta, ancora al Penzo, ma questa volta si fa infilare e deve cedere la scena al Parma che con un unico tiro in porta, guadagna tre punti e scala la classifica. Pippo Inzaghi mescola le carte in attacco, dentro Marsura dal primo minuto e Zigoni in panchina, il risultato però non cambia. Gli arancioner­overdi dimostrano una sterilità disarmante confermata dai numeri: dei soli tre gol in sei partite, due sono stati segnati da palla ferma (rigore a Bari, calcio d’angolo ad Avellino) e solo uno su azione. «Ma non buttiamo la croce addosso agli attaccanti, lasciamoli tranquilli, sono giovani e per alcuni è la prima esperienza in B. Se continuano a creare occasioni i gol arriverann­o», cerca di spiegare. D’accordo la difesa si conferma solida anche se per la seconda partita consecutiv­a Audero subisce un gol da corner, ma non basta. Servono a poco i cambi, così come le imprecazio­ni della panchina e lo sfogo a fine partita del diesse Perinetti che accusa gli avversari di aver vinto senza merito. «Bisogna lavorare per colmare queste lacune, perché qualcosa ci manca, mi pare evidente, segniamo poco», dice negli spogliatoi Marcello Falzerano.

Eppure ieri il Venezia ha creato più del solito (Marsura, Moreo, lo stesso Falzerano) senza riuscire a trovare il colpo vincente. Tacopina e’ impietoso: «Mi dispiace non solo per il risultato ma anche per la partita. Non mi è piaciuta per niente, troppi lanci lunghi, mi aspetto di più da tutti, anche da Zigoni». L’espression­e disegna la delusione, anche perché dopo le prima partite di «assestamen­to», le attese (e le speranze) erano ben altre. Gol, vittorie, punti, una classifica diversa. Che non sorride, ma nemmeno penalizza oltremisur­a il Venezia, che anche ieri ha cominciato con il freno a mano tirato, aspettando il Parma nella propria metà, e puntando sulla velocità di Marsura, Moreo e Falzerano. «L’anno scorso ci avete rubato il campionato, oggi tocca a noi», sorride sugli spalti qualche tifoso gialloblu.

Il tabellone e’ tutto lagunare, dall’inizio alla fine, anche se tiri davvero pericoli non ci sono mai stati. Ci prova Marsura subito, dopo due minuti, ma colpisce male. Zampano e Falzerano provano ripetutame­nte le infilate sulla destra ma i cross non portano risultati. Al 40’ Marsura ci riprova da dentro area ma guadagna solo un calcio d’angolo. Il secondo tempo comincia così come era finito il primo con il numero 17 veneziano che colpisce debolmente. L’equilibrio si spezza al decimo quando Scozzarell­a disegna la traiettori­a perfetta per la testa di Di Cesare che riesce a trovare l’angolo giusto alla destra di Audero. La partita per il Venezia si fa in salita, anche perché la casella dei gol fatti evidenzia che la squadra di Inzaghi segna un gol ogni due partite. Detto fatto, la tendenza non cambia, nonostante l’inseriment­o di Zigoni che conferma tutte le sue difficoltà ad andare rete, ma anche ad entrare nel gioco.

Moreo è protagonis­ta al 13’ quando colpisce debolmente, e al 25’ quando viene atterrato in area dal portiere in uscita. Il pubblico chiede il rigore, la panchina veneziana si alza tutta in piedi, Inzaghi alza la voce, ma l’unico risultato sono i soccorsi che entrano in campo per l’attaccante. È il momento migliore del Venezia. Ancora Moreo a due passi dalla porta prima calcia a botta sicura trovando la parata d’istinto di Frattali, poi di tacco mette al centro ma Di Cesare (ancora lui) salva quasi sulla linea prima che arrivi qualcuno a spingerla dentro. Inutile l’assalto finale, tanti cross e poco altro, per la felicità della difesa del Parma.

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