Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Prosecco, si impenna il costo al litro
Meno produzione, mercato scatenato: accordo per calmierare i prezzi
Produzione in calo del 20%, a causa delle gelate di aprile, ma prezzi in impennata per il Prosecco. Il Doc supera l’asticella dei due euro al litro di vino sfuso base e va ad assestarsi in una forbice tra 1,85 e 2,10, il Docg Asolo oscilla tra 2,35 e 2,45 e il Conegliano-Valdobbiadene Docg tra 2,75 e 2,95. Accordo per calmierare i prezzi. Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Treviso: «Bisogna stare attenti a non andare fuori mercato attestandosi su un prezzo congruo».
Produzione in calo del 20%, ma prezzi in impennata per il Prosecco. Il Doc supera l’asticella dei due euro al litro di vino sfuso base e va ad assestarsi in una forbice tra 1,85 e 2,10, il Docg Asolo oscilla tra 2,35 e 2,45 e il Conegliano-Valdobbiadene Docg tra 2,75 e 2,95. Un aumento dovuto da un lato alla produzione di uva inferiore all’anno scorso a causa delle gelate di aprile e alla mancanza di riserva vendemmiale, e dall’altro alla grande richiesta del mercato, che nei primi otto mesi del 2017 ha visto salire le vendite del 8,1%, un trend peraltro stabile da anni sugli spumanti. Sono i dati sul fenomeno Prosecco presentati ieri da Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Treviso, che li interpreta così: «Il calo della produzione è compensato dall’aumento del valore che incasseranno i viticoltori: stiamo vivendo momenti di mercato molto favorevole e sicuramente la minore resa sta creando qualche tensione sui prezzi. Quello che conta è che la domanda di prodotto c’è. Ma bisogna stare attenti a non andare fuori mercato attestandosi su un prezzo congruo».
Per dare una dimensione a questo momento, nel quale per la prima volta i viticoltori dettano legge in una filiera storicamente dominata dagli imbottigliatori - che peraltro hanno sulle loro spalle tutta la commercializzazione e il rischio - basti pensare che nel 2008 (anno precedente la nascita del consorzio della Doc) il valore medio delle uve glera era negoziato a 50 centesimi al chilo e il vino base a 1,06 € al litro. A partire dal 2014 la domanda è fortemente aumentata: le uve nel 2015 arrivano a 1,10€ al chilo e il vino base a 1,75 € al litro,fino a 1,17 € al chilo e 1,87€ al litro nel 2016. «A fronte del boom nelle richieste – ha spiegato il professor Vasco Boatto del Cirve - c’è stato un aumento dei vigneti al di sotto delle potenzialità. In parte questi aumenti hanno stimolato gli operatori a innalzare il prezzo finale del Prosecco Doc. La restante parte dell’aumento dei costi si è tradotta in una riduzione dei margini delle imprese negli anelli finali della filiera». In altre parole, il consumatore finale quasi non si accorge di questi movimenti, perché sono valori di poco conto rispetto a quanto paga la bottiglia al supermercato. Una situazione che coinvolge anche il Prosecco «segreto», quello di Asolo. Il presidente del consorzio, Armando Serena: «Ci stiamo allineando, forse con minor tensione rispetto agli altri, al generale rincaro dei prezzi, in attesa della risposta che ci darà il mercato. Confidiamo però che i consumatori riescano a premiare i valori più alti perché correlati alla migliore qualità».
Un mondo, quello del Prosecco, che nonostante tutto si appresta a vivere l’ennesima stagione record. Infatti, l’estensione dei terreni permetterà al sistema di crescere: la Doc lo scorso anno aveva imbottigliato 410 milioni di bottiglie, quest’anno conta di finire a 450 e punta al mezzo miliardo per il 2018. E se Valdobbiadene è assestata sui 90 milioni, ad Asolo si registra una ulteriore impennata del 20%: il 2017 dovrebbe chiudersi a circa nove milioni di bottiglie. In questo contesto, la Doc ha proposto una rivoluzione senza precedenti. Il presidente Stefano Zanette è riuscito a siglare un accordo di filiera realizzato grazie a un regolamento Ue, che prevede un impegno da parte dei diversi operatori a rispettare gli obblighi contrattuali di fornitura e acquisto del prodotto a un determinato prezzo stabilito per un periodo triennale. «Con questo provvedimento – ha commentato Zanette – aggiungiamo un importante tassello verso quell’equilibrio di mercato da tutti ritenuto essenziale per assicurare un futuro alla nostra denominazione».
Pierclaudio De Martin, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Treviso, sostiene l’innovazione: «Ci siamo impegnati a concludere contratti su base triennale in modo da dare stabilità al sistema. Sia all’imbottigliatore, che può fare con anticipo il suo business plan, sia al produttore, che può contare su una remunerazione stabile».
Confagricoltura La domanda di prodotto c’è. Bisogna stare attenti a non andare fuori mercato