Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Canonica di Santa Fosca sospesi i lavori: abusi Camera di commercio tre candidati per la sede
Canonica-hotel sospesi i lavori «Abusi edilizi»
L’ordinanza è stata notificata ieri e dispone la sospensione dei lavori. Un vero e proprio colpo di scena piomba sulla querelle della canonica di Santa Fosca, che da un anno è stata affittata dal Patriarcato di Venezia alla società Tintoretto Sas, titolare dell’omonimo hotel lì vicino, in cambio non solo di un canone ma anche di interventi di consolidamento statico nell’ordine del mezzo milione di euro sia all’immobile che alla chiesa. Una vicenda emersa solo un paio di settimane fa, che ha scatenato subito la polemica di alcune associazioni veneziane che combattono per la residenzialità (tra cui in primis il Gruppo 25 aprile), che hanno accusato la Chiesa veneziana di lucrare sul turismo, e anche di qualche sacerdote, perplesso di fronte all’operazione. Proprio il Gruppo 25 aprile aveva inviato una segnalazione a Ca’ Farsetti, che ha causato il sopralluogo dei vigili di venerdì scorso, da cui sono emerse delle irregolarità, in particolare alcune «opere edilizie in assenza di titolo». Nell’ordinanza di parla di «opere di demolizione di murature interne di spessore centimetri 26 al piano terra», «rinforzi strutturali attraverso scuci-cuci diffuso al piano terra e primo» e «opere provvisionali finalizzate al ripristino strutturale». Opere abusive, che hanno portato al provvedimento cautelare di sospensione firmato dall’architetto comunale Roberto Benvenuti.
La proprietà però ribadisce la sua posizione. «Confermiamo che è tutto regolare e non c’è alcun abuso edilizio», afferma l’avvocato Andrea Cimino, senza però voler entrare troppo nel dettaglio. «Parleremo solo dopo aver ricevuto il verbale completo e dettagliato», spiega. «Le rassicurazioni della proprietà sono state smentite - replica invece Marco Gasparinetti, agguerrito portavoce del Gruppo 25 aprile - Ringraziamo gli uffici comunali per la tempestività, l’efficienza e l’imparzialità degli accertamenti svolti».
Una delle chiavi interpretative potrebbe essere proprio nella frase successiva dell’ordinanza: «Considerato che in fase di sopralluogo sono state inoltre evidenziate altre opere strutturali eseguite in passato ma prive di titolo edilizio». Si parla di interventi del 2007, ovviamente riferibili a chi c’era prima, cioè al Patriarcato o al vecchio parroco. Per i tecnici che stanno seguendo i lavori sarebbero quelli gli unici «abusi», per i quali già nei prossimi giorni dovrebbero essere presentate le dovute sanatorie con una semplice Scia. In realtà la proprietà nega perfino la definizione di «canonica» (si tratta di uno stabile con due appartamenti, uno al primo piano dove risiedeva il parroco e uno distrutto al piano terra) e nega che ci sia mai stata una sala colazioni dell’hotel Tintoretto così come un progetto per realizzare nove camere, come dice qualcuno. Già nei giorni scorsi era stato assicurato inoltre che non sarebbe mai stato chiesto alcun cambio di destinazione d’uso a ricettivo. Il Patriarcato, che aveva giustificato l’operazione con la necessità di tutelare il proprio patrimonio, ieri sera ha però annunciato di aver nominato l’avvocato Teresa Lo Torto e l’ingegner Andrea Grimaldi per seguire, sotto il profilo giuridico e tecnico, «l’esatta esecuzione del contratto, la situazione urbanistica dell’immobile di Santa Fosca nonché la correttezza delle procedure amministrative attivate da Tintoretto sas».
In questi giorni è poi scaduto un altro bando che ha fatto discutere in città per lo stesso motivo: quello della sede della Camera di commercio in Calle XXII Marzo, messa in vendita con una base d’asta di 45 milioni di euro. Lunedì era il termine ultimo per presentare le offerte e oggi ci sarà l’apertura ufficiale delle buste. Le offerte sono state tre e nelle settimane scorse erano arrivate numerose domande da parte di importanti multinazionali straniere, interessate all’enorme palazzo a poche centinaia di metri da piazza San Marco: quasi 5 mila metri quadri disposti su sei piani.
Solo oggi però si saprà chi ha poi concretizzato l’interesse con una proposta vera e propria, ma si parla di soggetti di rilievo internazionale. Nel frattempo la Camera di commercio sta continuando la ricerca di una nuova sede più piccola per mantenere un presidio a Venezia, anche se in realtà l’ipotesi è di ridurre i dipendenti dagli attuali 36 a non meno di 28-30. Nei mesi scorsi i vertici dell’ente camerale hanno già visto diverse sedi, concentrandosi inizialmente su quelle di proprietà di enti pubblici. Una dovrebbe essere visitata nei prossimi giorni, ma fino ad oggi non sarebbe stata trovata la quadratura del cerchio. La Camera di commercio cerca infatti una sede con una superficie di pavimento al massimo di mille metri quadri e disposta su non più di due piani, per motivi organizzativi e logistici. Proprio per questo l’ente avvierà a breve anche un’indagine di mercato, lanciando un appello pure ai privati.
Il blitz dei vigili e il Patriarcato I vigili hanno riscontrato interventi senza titolo, anche di dieci anni fa. Il Patriarcato nomina un avvocato e un ingegnere per fare chiarezza