Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Un uomo di Thetis per finire il Mose Assunto anche l’ingegnere del tram
Doppia scelta dei commissari: Giovanni Zarotti al Cvn, Alberto Borghi a Comar
Il suo nuovo ufficio sarà a poche decine di metri da quello attuale. Arriva da Thetis il nuovo direttore del Consorzio Venezia Nuova e si tratta di un giovane ingegnere, classe 1974: i commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola hanno puntato su Giovanni Zarotti (foto a destra), attuale direttore tecnico dell’azienda, per finire i cantieri del Mose. Zarotti era uno dei trenta candidati al ruolo che fu di Giovanni Mazzacurati dalla fondazione del Cvn nel 1982 alle dimissioni del 2014 e poi, da ultimo, di Hermes Redi, che però se ne era andato un paio di anni fa. Da allora Ossola aveva tenuto il timone tecnico dei cantieri del Mose, ma quest’estate si è deciso di superare questa situazione e di lanciare il bando di gara da 220 mila euro di stipendio l’anno. L’ingegnere ha superato una concorrenza agguerrita di professionisti, tra cui molti nomi noti: dall’ad di Veneto Strade Silvano Vernizzi all’ingegnere padovano Tommaso Riccoboni, vicino a Forza Italia, dal direttore tecnico dell’Autorità portuale Nicola Torricella all’ex direttore di Insula e dirigente del Comune Ivano Turlon, fino ai dirigenti del Provveditorato alle opere pubbliche Valerio Volpe e Francesco Sorrentino e tanti altri professionisti privati.
Zarotti, veneziano, si è diplomato al liceo classico Marco Polo e poi ha studiato ingegneria civile a Padova. Dopo un anno alla Protecno, nel 2001 è entrato in Thetis e da lì ha scalato tutte le posizioni tecniche: responsabile dell’unità Ingegneria civile, poi dell’area Ingegneria complessiva, quindi della direzione operativa Ingegneria e Ambiente, fino alla nomina il mese scorso a direttore tecnico. In questi anni si è occupato anche dei restauri delle tese dell’Arsenale. «Bravo e preparato», lo descrivono i colleghi, che in realtà sono un po’ combattuti tra l’orgoglio per un incarico così prestigioso a uno di loro e il timore che possa essere il preludio a una «campagna acquisti» da parte del Consorzio che «svuoti» Thetis per poi chiuderla. Proprio oggi ci sarà un’importantissima assemblea dei soci, nel corso della quale verrà presentato il piano industriale e si potrà quindi delineare il futuro della società, che rischia 45 esuberi.
Oltre alla nomina di Zarotti i commissari hanno «sfruttato» la selezione in corso anche per rimpiazzare il direttore di Comar, l’azienda che coordina i cantieri e gestisce le gare d’appalto esterne. Di recente se n’è andato lo storico direttore Dario Berti e così Fiengo e Ossola hanno optato per un altro nome importante tra i candidati, quello di Alberto Borghi. L’ingegnere padovano, 65 anni, dal 1979 al 2003 ha lavorato in varie imprese, tra cui la veneziana Rossi Renzo Costruzioni, poi si è dato alla libera professione ed è diventato il grande consulente del Comune di Padova sulle opere pubbliche, all’epoca del sindaco Flavio Zanonato. E’ stato direttore tecnico, tra le altre cose, della realizzazione della terza corsia della tangenziale di Mestre e anche direttore dei lavori del tram per un certo periodo. Nel suo curriculum figurano anche degli incarichi ricevuti dal Consorzio Venezia Nuova
Zarotti e Borghi dovranno riuscire in una vera e propria mission impossibile (o quasi), cioè rispettare i tempi dei cantieri del Mose e rilanciarli dopo i recenti contenziosi tra commissari e imprese, che hanno portato queste ultime a rallentare i lavori in attesa di chiarezza sui pagamenti. Tutto è in mano al governo e al Parlamento, ai quale il provveditore Roberto Linetti ha proposto un emendamento alla legge di stabilità che gli consenta di anticipare al Consorzio i soldi, che già ha, per far ripartire i cantieri. Il cronoprogramma attuale prevede la consegna del Mose per il 31 dicembre 2018: da allora le dighe si potranno alzare per difendere la città dall’acqua alta e verrà gestito nell’avviamento dallo stesso Cvn per tre anni. Poi la gestione potrebbe passare a un soggetto privato con gara.