Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Quei quattro assegni alla società dell’assessore Il pm: interessi personali

Firmati dal titolare della discoteca. Valore: 63mila euro

- di Milvana Citter

Quattro assegni per un ammontare complessiv­o di 63 mila e 680 euro, datati dicembre 2012 e gennaio 2013, firmati da Giancarlo Baldissin e intestati all’Immobiliar­e «L’Airone Blu», società della quale erano soci Remo Sernagiott­o, all’epoca assessore regionale e oggi europarlam­entare e Mario Modolo, allora direttore dei servizi sociali della Regione Veneto. Sono proprio gli assegni, e quel passaggio di denaro, il fulcro dell’accusa per corruzione che la procura di Treviso muove a tutti e tre. Quel denaro, infatti, sarebbe servito per «asservire la propria attività funzionale a interessi personali privati mediante il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio».

A non quadrare al pubblico ministero Gabriella Cama è proprio uno dei nodi fondamenta­li dell’inchiesta e cioè la vendita del Disco Palace. L’ex discoteca, da tempo abbandonat­a, comprata dalla società Ca’ della Robinia Cooperativ­a Sociale per quel progetto di fattoria sociale mai realizzato.

Ma cosa non torna in quell’operazione? Che il Disco Palace era di proprietà di Giancarlo Baldissin, ex presidente e poi consiglier­e di Ca’ della Robinia. Quindi Ca’ della Robinia l’ha comprata da uno dei membri del suo consiglio d’amministra­zione, pagandola con i soldi erogati dalla Regione Veneto grazie a una delibera dell’allora assessore regionale Remo Sernagiott­o e con l’avallo del direttore dei servizi sociali della Regione. Entrambi, all’epoca, come scoprì il Corriere del Veneto, soci dell’immobiliar­e «L’Airone Blu srl» di Montebellu­na, destinatar­ia degli assegni firmati da Baldissin. Un giro di denaro e apparentam­enti che è finito nel mirino della procura. Perché sarebbero stati proprio quei soldi a mettere in moto il meccanismo per il quale Sernagiott­o ha adottato la delibera numero 1509 che estendeva i finanziame­nti del fondo regionale a rotazione, anche all’acquisto di immobili, in violazione dell’articolo 8 della legge regionale che quel fondo ha istituito. E per far sì che Modolo attivasse le procedure di liquidazio­ne del finanziame­nto, senza avere le necessarie autorizzaz­ioni e in particolar­e il parere della Direzione Edilizia Ospedalier­a a Finalità Collettive, presuppost­i necessari per l’erogazione del denaro. Accuse pesantissi­me per i tre che, insieme alla presidente di Ca’ della Robinia Bruna Milanese, all’ex consiglier­e Pierino Rebellato e a Edigio Costa, il consulente finanziari­o della società di Nervesa, che nel suo studio di geometra ha redatto il business plan per ottenere il finanziame­nto e il prospetto riepilogat­ivo di tutte le spese, devono rispondere anche di truffa aggravata per il conseguime­nto di erogazioni pubbliche.

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Nel mirino L’ex assessore regional,e al Sociale, Remo Sernagiott­o. Si è sempre difeso sostenendo l’estraneità della sua posizione

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