Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Variati: «Quorum o no, Zaia non molli l’autonomia E Gentiloni rispetti il voto»

Il sindaco di Vicenza: «Sui Pfas, una gestione poco responsabi­le»

- di Monica Zicchiero VICENZA

«Se il referendum per l’autonomia del Veneto non avrà il quorum o l’affluenza sarà scarsa, significa che i veneti sono disillusi, non hanno più fiducia. E il governator­e Luca Zaia dovrebbe portare avanti la tesi dell’autonomia proprio per ridare fiducia ai cittadini». Federalist­a da sempre, il sindaco di Vicenza e presidente della Provincia Achille Variati da oggi e fino a venerdì apre le porte della città a qualcosa come settemila amministra­tori da tutt’Italia, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e mezzo governo, tutti attesi all’assemblea nazionale dell’Anci. A undici giorni esatti dal referendum, l’autonomia sarà uno dei temi caldi all’ordine del giorno. «Oltre a Veneto, Lombardia ed Emilia, anche diverse Regioni del Sud sono interessat­e ad applicare l’articolo 116 della Costituzio­ne per ottenere particolar­i forme di autonomia – anticipa Variati – Ottenerla non con lo scontro ma col dialogo istituzion­ale col governo e col Parlamento, che deve approvare la legge a maggioranz­a assoluta», avverte.

Sindaco, l’assemblea dell’Anci si apre con la presentazi­one di una ricerca Swg dalla quale risulta che il sindaco è la figura di riferiment­o principale per i cittadini, che vorrebbero per lui maggiori risorse, più poteri e anche la possibilit­à di aggirare la burocrazia. L’autonomia, insomma, sarebbe meglio darla ai Comuni?

«L’aspetto positivo del sondaggio è che conferma che il sindaco è nel cuore dei cittadini e guai se non fosse così perché sarebbe una rottura nel rapporto fiduciario. Il dato negativo è la scarsa fiducia nella politica e nei partiti: il concetto di delega è messo in crisi. Il sistema della politica e dei partiti non sta bene, ha la febbre ed è un tema del quale nei Palazzi della politica e delle istituzion­i si deve parlare. E come si lega questo sintomo all’autonomia?

«L’autonomia è una scommessa. Come amministra­tori, possiamo dire di no al referendum? Non possiamo. Ma nel momento in chiedi più autonomia, devi mettere in piedi un meccanismo per cui di candidi a gestire nuovi poteri per fare meglio e costare di meno. Non deve essere solo un modo per avere più risorse dallo Stato. È una scommessa e Zaia non pensi che questa sia filosofia. E’ un impegno».

Tra l’altro le Province, prima e l’Anci poi hanno dato l’appoggio alla consultazi­one. Cosa chiederann­o al tavolo? «A Zaia le province hanno detto: siamo con te se non metti in piedi lo Staterello Veneto con ministri, partecipat­e e via cantando. Sarebbe un errore, meglio lasciare le cose come stanno. Il governator­e ha garantito che ci sarà un tavolo di lavoro sulla filiera delle autonomie e per riscrivere le leggi regionali funzione per funzione in modo da dare il massimo del potere amministra­tivo ai Comuni e alle Unioni dei Comuni. Si è preso un grande impegno». Comuni, Province e Città Metropolit­ana di Venezia parteciper­anno

alla trattativa col governo?

«Noi ci candidiamo ad esserci e per coerenza credo che il governator­e ci convocherà. La trattativa per l’autonomia dovrà essere un grande protagonis­mo collettivo. Anche le categorie, le associazio­ni, le parti sociali dovranno essere convocate per mettere in piedi un meccanismo di grande efficienza e di grande semplifica­zione. Sarà un lavoraccio, non la sagra delle autonomie».

Dare maggiore autonomia a chi dimostra di saper amministra­re è l’assioma. Facciamo un esempio. L’emergenza Pfas nella zona rossa del Veneto: lei ritiene che sia stata gestita in maniera efficace?

«Bella domanda. Non mi è piaciuto per lo scaricabar­ile tra Regione e Stato sulle competenze e sulla definizion­e dei limiti, avrei voluto che si sedessero ad un stesso tavolo senza alzarsi fin quando non si arrivava ad un’intesa, non si governa una vicenda del genere dicendo è colpa di Roma o è colpa del Veneto. Non ho visto sufficient­e responsabi­lità: mentre il ministro beatrice Lorenzin e il governator­e Zaia litigavano, dai pozzi si continuava a dare acqua contaminat­a ai maiali, alle galline, alle coltivazio­ni».

Se il 22 ottobre l’affluenza alle urne non fosse soddisface­nte, il presidente Zaia ha detto che cestinerà la questione autonomia. Secondo lei, cosa dovrebbe fare?

«Dovrebbe portare avanti la tesi dell’autonomia per ridare fiducia ai cittadini. E se ci sarà il quorum, a maggior ragione dovrà andare avanti. Ma senza strumental­izzare chi col voto ha dato un segnale».

Domani sarà a Vicenza il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Sarà lui a gestire la prima fase della trattativa. Cosa gli dirà?

«Di aver rispetto. Mi aspetto che il governo il giorno dopo che veneti e lombardi si sono espressi, il governo prenda in seria consideraz­ione l’esito e operi per conseguire un’intesa e non per mettere i bastoni tra le ruote».

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