Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Crociere, la battaglia su Marghera La Cgil: «Troppi interessi sulle aree»
Il nodo della riapertura di Pilkington. E Nencini lancia il treno verso Lubiana
Napa Trieste e Ravenna fanno squadra con Venezia
Il 16 ottobre il forno principale verrà riacceso. Pilkington riparte, con un investimento di 20 milioni di euro, lungo il canale industriale nord, per un lungo tratto della banchina destra subito dopo la svolta dal canale MalamoccoMarghera. La stessa curva che, in un futuro forse non troppo lontano, dovrebbero fare anche le navi da crociera, secondo l’ipotesi a due step su cui sta lavorando il presidente dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino: una prima fase prevede lo scavo (o meglio l’adeguamento) del canale Vittorio Emanuele per arrivare alla Marittima attuale, una seconda la creazione di un terminal aggiuntivo in zona industriale. Ed è proprio questa ipotesi, collegata alla riapertura di Pilkington e ai grandi progetti sulla Bioraffineria di Eni, a riaprire la polemica.
A lanciare il sasso è Riccardo Colletti, segretario della Filctem-Cgil veneziana, che ha ringraziato l’ad dell’azienda del vetro per il suo impegno, adombrando che qualcuno qui a Venezia remasse contro la riapertura. «Gli interessi sui terreni a Porto Marghera e la questione delle bonifiche hanno da sempre giocato un ruolo negativo, mentre a San Salvo (altra sede di Pilkington, ndr) l’attività industriale e l’occupazione sono stati obiettivi prioritari delle istituzioni locali», afferma Colletti. «La questione grandi navi sta giocando un ruolo negativo su tutti gli elementi di novità che la prima zona industriale sta portando - prosegue - Pilkington e Bioraffineria non possono e non devono essere messe all’angolo per altri interessi».
Dal Porto nessuna replica, ma negli studi fatti su Marghera si è tenuto conto della presenza di Pilkington e non c’è stata alcuna controindicazione. Ma anche Massimo Meneghetti, segretario della Femca-Cisl, pur non citando le grandi navi, interpreta il ritorno di Pilkington come un segnale per tutti. «A Marghera, si può e si deve ancora investire nell’industria e nel manifatturiero», dice. I lavori sulle vie alternative per le grandi navi però vanno avanti e ieri un «big» del settore come Luigi Merlo, ex consigliere del ministro Graziano Delrio che poi è passato ai rapporti istituzionali di Msc, ha ribadito la massima apertura da parte delle compagnie. «A Venezia è possibile trovare una soluzione - ha detto Merlo - Tutte le compagnie si stanno sforzando in tal senso, noi siamo disponibili a toglierle dal canale della Giudecca, ma le decisioni vanno prese su dati oggettivi, non sull’onda di reazioni emotive». Clia, l’associazione di categoria, ha già «sposato» ufficialmente il Vittorio Emanuele.
Musolino ha inviato al ministero gli studi dei suoi uffici in questi mesi. In attesa del Comitatone, il presidente si sta concentrando sul vero core business portuale, il traffico commerciale. Proprio in questo senso va il suo appello a tutti i porti dell’Alto Adriatico, sia italiani (Trieste e Ravenna) che slavi (Capodistria e Fiume) a rafforzare l’alleanza dell’associazione Napa. Ieri sul Sole-24 Ore i suoi colleghi italiani hanno dato la loro disponibilità a fare squadra per fare concorrenza ai porti del Nord e il presidente del porto di Ravenna Daniele Rossi ha annunciato il rientro dell’ente proprio nel Napa. Ieri tra l’altro il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Riccardo Nencini ha incontrato il ministro sloveno Peter Gaspersic per parlare dei rapporti tra i due Stati e ha annunciato che i tecnici del ministero stanno lavorando allo studio di fattibilità del collegamento ferroviario Venezia-Lubiana, ritenuto determinante per gli scambi economici, culturale e turistico.