Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Estorsione alla dottoressa di base

«Ho abortito per colpa tua». Minacce e richieste di denaro, arrestati madre e figlio

- MESTRE Biral

Le prime richieste di denaro sono arrivate ad aprile. «Ho perso il bambino per colpa tua», le ha detto. E l’ha fatta chiamare da un avvocato, che era un complice. In pochi mesi un medico di base del Miranese, una donna 47enne, si è ritrovata costretta a consegnare 40 mila euro a una famiglia di nomadi di fronte alle continue minacce, anche di morte. Sia via mail che al telefono, tanto che ha dovuto cambiare numero. Gli estorsori, madre e figlio sono stati arrestati.

Le prime richieste di denaro sono arrivate ad aprile. «Ho perso il bambino per colpa tua», le ha detto. E l’ha fatta chiamare da un avvocato che altro non era che un complice. In pochi mesi un medico di base del Miranese, una donna 47enne, si è ritrovato costretto a consegnare quaranta mila euro a una famiglia di nomadi di fronte alle continue minacce, anche di morte. Sia via mail che al telefono, tanto che ha dovuto cambiare numero.

Nei giorni scorsi i carabinier­i hanno messo fine all’incubo vissuto dalla dottoressa, arrestando Natalia Pesce, 39 anni e il figlio Sean Marley guarda, di 18. Entrambi vivono in un campo nomadi in provincia di Bergamo insieme al secondogen­ito della donna, un 17enne, che è stato denunciato. Il cerchio, però, non è ancora chiuso. Ci sarebbero altre persone, forse tre, coinvolte nell’estorsione ai danni del medico di base che solo dopo di settimane di minacce ha trovato il coraggio di sporgere denuncia. Tra queste, anche la giovane che l’ha accusata di averle procurato l’aborto. Secondo la ricostruzi­one dei militari della compagnia di Mestre, guidati dal maggiore Antonio Bisogno, una nomade non ancora identifica­ta si sarebbe presentata nello studio della dottoressa ad aprile usando un nome fittizio e avrebbe chiesto un aiuto economico. Successiva­mente avrebbe preteso di poter diventare una sua paziente. Una richiesta che il medico ha rifiutato, scatenando l’ira della donna.

Tra le due quel giorno è scoppiata una violenta discussion­e che ha portato la dottoressa ad accompagna­re la donna alla porta tenendola per un braccio. Solo qualche settimana dopo la nomade ha messo in atto quello che fin dall’inizio era il vero piano. Ha preteso un risarcimen­to da parte del medico perché, a suo dire, quel litigio le aveva fatto perdere il bambino che portava in grembo. A dimostrazi­one di questo, ha coinvolto anche un finto avvocato di Firenze che, di fronte alla vittima della raggiro, ha dichiarato la legittimit­à della richiesta.

La veneziana in poco tempo si è ritrovata costretta, di fronte a richieste continue e minacce di morte, a consegnare il denaro richiesto. Somme che doveva lasciare in busta nei luoghi concordati (a Vigonza, Ponte di Brenta, Santa Maria di Sala, Stra) e che poi venivano ritirate. I carabinier­i, dopo aver ricevuto la denuncia del medico, hanno avviato le indagini e teso una trappola alla banda di estorsori, incastrand­oli. E proprio a Busa di Vigonza hanno arrestato Natalia Pesce, che era andata a prendere i 1.900 euro che avevano chiesto, in una cabina telefonica della zona insieme ai due figli. L’inchiesta continuerà per smascherar­e anche gli altri complici, a cominciare dalla giovane che ha messo in moto il raggiro.

Trappola I militari hanno fermato gli estorsori con una trappola

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 ??  ?? Trappola I carabinier­i hanno teso una trappola ai due estorsori
Trappola I carabinier­i hanno teso una trappola ai due estorsori

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