Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I palazzi Duodo e Manfrin in vendita «Ideali per le residenze turistiche»
Salta l’accordo, Cassa depositi e prestiti rimette sul mercato i due edifici storici
Due palazzi storici di nuovo sul mercato, una probabile destinazione d’uso: quella turistica. Diventano acquistabili singolarmente sul mercato immobiliare della laguna i settecenteschi Palazzo Duodo e Palazzo Manfrin, dopo che la trattativa per venderli in un pacchetto di nove immobili per un valore attorno a 200 milioni di euro, intavolata da Cassa Depositi e Prestiti ad aprile, è finita a mare qualche mese fa. Fino all’estate c’era in gioco un accordo esclusivo con un investitore (Gwm, secondo quanto riporta Milano Finanza) che, dopo aver battuto la concorrenza con l’offerta migliore, si era rivelato insoddisfacente per la holding del Tesoro. Ora la Cassa cambia strategia: da settembre le due residenze veneziane sono state scorporate dal pacchetto. Si viaggia sempre sull’ordine dei milioni di euro, ma non c’è l’obbligo di acquistare in blocco. Sul sito di investinitalyrealestate.com – portale governativo per attirare investitori verso il patrimonio immobiliare alienato dalla pubblica amministrazione – ciascuno dei due palazzi veneziani è descritto come «ideale per posizione ad essere convertito in residenza o in struttura di alloggio turistico», un uso frenato dal vincolo del ministero dei Beni e delle Attività Culturali in virtù della loro storia. I palazzi si aggiungono alla lista degli altri venduti o in vendita che aspirano alla stessa destinazione, l’ultimo è la sede della Camera di commercio.
Nei 2.500 metri quadrati disposti su quattro piani di Palazzo Duodo, accanto a Ca’ Vendramin Calergi, è nato il compositore Benedetto Marcello (1686-1739), prima che l’edificio assumesse l’aspetto attuale nel Settecento, con l’unione di due palazzi; lasciato dal Comune lagunare nel 2014, il palazzo ha affreschi e stucchi sotto il vincolo del ministero. Ceduto dalla Regione a Cdp alla fine del 2014, Palazzo Manfrin, o Priuli-Manfrin, è grande il doppio – circa 5.000 metri quadrati su quattro piani– e si trova accanto al ponte delle Guglie: il ministero ha stabilito che ne venga garantito l’accesso al pubblico per via della sale decorate, dello scalone monumentale e per la presenza di un Salone della Musica. Nel caso di Palazzo Duodo non sarà semplice trasformarlo in un albergo, visto che le destinazioni d’uso ammesse sono «istituzionali, direzionali, associative,
espositive, culturali, biblioteca e archivio», come si legge sul sito Patrimonio Pubblico Italia: «Il fatto che nel primo caso la destinazione d’uso residenziale non sia inclusa nella scheda urbanistica gioca a sfavore della trasformazione in struttura ricettiva e ricorda la situazione
di Ca’ Corner della Regina (acquistata dal gruppo Prada e sbloccata ad uso residenziale misto a museale, ndr)» spiega la presidente della commissione Urbanistica del Comune, Lorenza Lavini. E prosegue: «In linea teorica si potrebbe chiedere il cambio d’uso, ma non è immediato per effetto della delibera in materia. Ci vuole una valutazione più profonda da parte del Consiglio comunale e della Soprintendenza, nell’ottica della valorizzazione». Diversamente Palazzo Manfrin – per cui il ministero richiede che sia garantita la fruizione pubblica la situazione è più semplice, a determinate condizioni: «L’ipotetico cambio d’uso dovrebbe fare in modo che ogni anno ci siano dei periodi in cui gli spazi siano aperti al pubblico, un po’ come al Fondaco dei Tedeschi», conclude Lavini.